Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Alfonso Scirocco Porzio fu vice-presidente del Consiglio con l~incariço speciale della supervisione dei problemi meridionali. Si notò subito un maggiore interessamento del governo per Napoli. Il 5 giugno si riunirono a Ro1na, presso il ministero dei Lavori Pubblici, sotto· la presidenza di Porzio, i ministri ·Corbellini e Tupini, il sindaco, l'assessore delegato, vari funzionari del Genio Civile, e si decise di dare rapid.o inizio ai lavori per una nuova stazione ferroviaria, per case per i senza tetto, di stanziare fondi per l'edilizia abitativa, di intensificare i lavori al porto, di finanziare la via Marittima; si stabilirono intese per la costruzione di scuole, fogne, strade, un acquedotto sussidiario, altre case; si promise un nuovo contributo per l'ATAN e commesse delle Ferrovie dello Stato alle industrie napoletane. Il sindaco chiese che fossero spesi non meno di 40 miliardi. L'8 novembre, poi, il sindaco riunì a palazzo S. Giacomo senatori e deputati napoletani ed espose nuovamente le necessità della città; fu nominata una commissione, presieduta da De Nicola, che preparò un elenco di opere urgenti per sei miliardi. Il 9 dicembre i parlamentari si recarono dal presidente del Consiglio, accompagnati da Porzio; De Nicola illustrò il piano e presentò le proposte. In effetti a Napoli continuava il fermento ed erano frequenti le manifestazioni di disoccupati e di reduci, né il Consiglio comunale era in grado di prendere provvedimenti per arrestare l'aumento del costo della vita, la crisi edilizia, il diffondersi della tubercolosi. Nella seduta del 14 giugno '48 l'assessore TesaL1ro, nel fare la relazione sul bilancio, che presentava un deficit di 7 miliardi e 827 milioni, ·aveva parlato di un disastro finanziario, dovuto soprattutto all'enorme dispendio per i servizi pubblici, in primo luogo ATAN ed acquedotto. Lo Stato intervenne concedendo al Comune un'integrazione di 6 miliardi e 123 milioni, ma in settembre, su richiesta del prefetto, inviò a Napoli l'ispettore Adriani per esaminare l'andamento dei vari servizi, in particolare quelli finanziari, e per valutare ·la possibilità di attuazione del programma che aveva elaborato l'amministrazione per i servizi e le opere pubbliche. La maggioranza consiliare, infatti, non appariva molto solida, né tanto meno sembrava i11 grado di condurre in porto piani a lunga scadenza. Per rafforzarla nel giugno si pensò di staccare dal « Blocco » saragattiani, azionisti e repubblicani, o di ottenere l'appoggio di un gruppo di exqualunquisti ed indipendenti, raccolto intorno a Mazzei. Infatti il 2 agosto al posto dei dimissionari Parise e Caracciolo di Torchiarolo furono eletti assessori supplenti Angiulli e Scuotto del gruppo .Mazzei, quindi il 6 successivo Arpino e Sgambati subentrarono a Tesauro e Caputi. L'alleanza tra democristiani e qualunquisti, però, provocò a fine anno le dimissioni degli assessori monarcl1ici (Buglione, Calabrese, D'Avanzo, 106 Bihl_iotecaignobianco

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