Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

La società dei rifiitti stato un « peccato » costruire, senza adatte precauzioni, la diga di Assuan che sta turbando l'ecologia di un decimo -della superficie dell'Africa e della parte occidentale del Mediterraneo, e, invece di farla aume11tare, minaccia di compromettere, a lungo• termine, l'abbondanza dei raccolti e dei prodotti della pesca; è un « peccato » l'uso nel Vietna1n degli erbicidi che isteriliscono le foreste e i campi di riso da cui dipende la vita, oltre che dei partigia11i Vietcong, anche della povera gente; è « peccato » liberare, con l'energia nucleare ·usata per esperimenti militari o per t1si pacifici, sostanze radioattive che entrano in tutti gli organismi viventi della Terra, con conseguenze difficilmente prevedibili. È in11egabile che le proposte radicali di continenza tecnologica e merceologica nasco11dono, sotto il fascino di tutte le utopie, profonde co11traddizio11i. È credibile che si possa smettere di produrre energia, macchine, stru1nenti di lavoro, con la popolazione mondiale che aumenta di un miliardo di persone ogni dieci anni, con tremen.di problemi di sottoalimentazione e sottosviluppo? E, d'altra parte, possiamo continuare a correre con allegra i11coscienza verso il disboscamento, l'erosione del suolo, lo sperpero di un capitale di risorse naturali già depauperate e sfrt1ttate? Possiamo decidere, in non1e della salvaguardia della natt1ra, di non usare pi11 insetticidi, col rischio di lasciar morire milioni di person.e di malaria? E, d'altra parte, possiamo accettare l'idea che, continuando ad usare gli attuali insetticidi, si avvelenino, nel corso di 10 o 50 am1i, tt1tti gli esseri viventi sulla Terra? Possiamo negare acqua, energia e fertilizzanti ai due terzi sottoalimentati della popolazione terrestre perché le o·pere di regolazione del corso dei fiumi turbano l'equilibrio ecologico di migliaia di chilometri quadrati della Terra, o perché le centrali nucleari producono dei residui radioattivi il cui smaltimento senza pericolo diventerà sen1pre più difficile? E, d'altra parte, possiamo· accettare che le valli si trasformino in deserti, o che i residui radioattivi contan1inin.o, in 30 o 300 anni, tutta la biosfera? Come possiamo distinguere fra la produzione di merci inutili, ispirate soltanto al profitto privato e imposte con le raffinate tecniche della persuasione a consumatori ormai sazi nelle loro necessità elementari di cibo e di lavoro, e la necessità dì assicurare posti di lavoro e un minimo di vita umana a quelli che oggi vivono in condizioni sub-umane? Come possia1no capire quandq « economia e tecnica sono al servizio dell'uomo » e quando sono al servizio dei bilanci aziendali? Con che coraggio rac97 Bibiiotecaginobianco

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