Giorgio Nebbia diseconomie esterne. Nel bilancio - di una famiglia .o di una azienda - ai costi tradizionali vanno aggiunti nuovi costi dovuti ad azioni co11dotte per evitare che i rifiuti (o qualsiasi azione che arreca danno agli altri, in seguito al deterioramento dell'ambiente) arrechino effettivamente tale danno. Se questi costi sono elevati, è possibile che il soggetto inquinante trovi più opportuno cambiare tecnologia o comportamento, in modo da rid11rre i danni esterni e quindi da ridurre i relativi costi che ricadono su lui stesso. Come si vede, si tratta di reinventare una economia, una teoria fiscale e una tecnologia che tengano conto, a fianco dei parametri tradizionali del calcolo dei costi, anche del valore della qualità della vita, introducendo, per bilanciare i nuovi costi, il valore di benefici che finora non sono mai stati « contabilizzati » e che sono qualche volta difficilmente rilevabili e quantificabili, tanto più che talvolta si tratta addirittura di benefici di cui non godrà tanto la generazione che sostiene i costi, ma piuttosto le generazioni che verranno. Per questa revisione sono ormai disponibili nuovi strumenti concettuali, come l'analisi costi e benefici e l'analisi dei sistemi, che permettono di trattare in un grande quadro unitario i problemi della produzione e dell'ambiente. L'establishment si difende. - Non ci si può meravigliare se u11 mondo economico, nato e cresciuto con le teorie della massima efficacia produttiva e del massimo profitto, si difende come può contro queste idee rivoluzionarie e sovversive, che raccomandano azioni « antieconomiche » in nome di un'idea astratta della natura, del mondo pulito e dell'ambiente. La parte più avanzata del mondo industriale ha capito che i tempi stanno cambiando e che occorre cambiare mentalità e affro11tare certe trasformazioni dei cicli produttivi, anche se costose, arrivando magari, talvolta, ad arditi tentativi di integrazione nel sistema dello stesso movimento ecologico, al punto che troviamo talvolta i grandi inquinatori farsi paladini della conservazione della natura. La parte più grezza dell'establishment economico, o aspetta che la tempesta passi o ricorre al vecchio discorso ricattatorio i11ventato fin dagli inizi della rivoluzione industriale ad ogni proposta di riforma: io, i1nprenditore, offro posti dì lavoro; che cosa sono queste storie dell'ambiente che mettono i bastoni fra le ruote, fanno aumentare i costi, non permettono di resistere alla concorrenza? Se volete i depuratori, i cicli produttivi puliti, la difesa dell'ambiente, non posso più produrre, chiudo la fabbrica e licenzio gli operai. Ed ecco che i sindacati, il c11i fine prioritario è quello dell'occupazione, finisco110 per fare il 94 Bibl-~tecagin.obianco
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