Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Elio Manzi Altrimenti, tutto, co,me spesso accade, si ~isolverebbe nel solito· rapporto « internazionale » a carattere individuale ed episodico; chi può, buon per lui, insomma, e chi non può, s'arrangi. D'altra parte, questo stato della cooperazione internazio,nale rispecchia un po' quello della partecipazione dei geografi italiani all'attività ufficiale di pianificazione, anch'essa limitata a pochi, isolati episodi individuali, legati al prestigio ed alle conoscenze personali, ma non certo al prestigio stesso della disciplina; ed affermare che quest'ultima non ne abbia i11assoluto, co,ntraddice la sitt1azione di fatto presente in alcuni paesi stranieri, ove i geografi, numerosi, godono di una buona valutazione generale, anche a livello popolare (il che ritengo importante), e traducono· questa stima nella concreta partecipazione ad alcune attività di notevole interesse per la via sociale, pratica del loro paese 15 • Ma, di questo passo, il discorso sfocerebbe in altre considerazioni esulanti dal tema prefisso. Comunque, è certo cl1e la collaborazione geografica internazionale va incrementata notevolmente, altrimenti essa, in Italia, a poco· a poco, potrebbe ridursi all'am1nissione di noti geografi stra11ieri, con varie motivazioni di benemerenza, nelle società di geografia nazionali o, quanto meno, alla pubblicazione dei loro necrologi. ELIO MANZI 15 Si veda D. GRIBAUDI, Divorzio o più stretta alleanza fra mondo moderno e Geografia?, 1n « La Geografia nelle Scuole », XV ( 1970), pp. 81-94. 88 Bibiiotecaginobianco

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