Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Geografia utile ed inutile s'insegna in molte scuole, calcando la mono su di un pazzesco determinjsmo, frutto della scarsa padronanza che della geografia umana hanno molti insegnanti. Le eccezioni non fanno la regola, e perciò non fanno neanche testo alcuni buoni docenti degli Istituti Tecnici ·Commerciali, o magari alcuni geografi universitari italiani che, formatisi nei rangl1i dell'insegnamento medio, o consci del peso di problemi reali da approfondire, hanno di certo operato con ben altri intenti. Quest'auspicata opera di saggistica, di alta divulgazione, di costante battaglia contro i luoghi comuni sulla geografia italiana (per fortuna in molti paesi stranieri le cose vanno meglio) non può certo provenire, nel suo complesso, dai giovani o giovanissimi. Dev'essere intrapresa o, a seconda dei casi, proseguita, dai geografi pii1 rappresentativi. Altrimenti, si seguiterà nel giro un po' vizioso di un centinaio di perso11e che scrivono dei lavori, li leggono tra loro, li recensiscono, li rileggono in occasione di consorzi, e così via ..., quasi con1e in una sterile ·accademia seicentesca. Altrimenti, la geografia t1niversitaria italia11a avrà davvero rivelato la sua insufficienza. La liberalizzazione dei piani di studio ha solo messo in luce una realtà, i cui problemi erano già avvertibili in precedenza. Gli stt1denti giungono all'Università, a somiglianza di quanto avviene per il cittadino medio, prevenuti contro la geografia a causa del pessimo insegnamento medio. E quando - come talora accade - vedono conferma te le loro perplessità nei corsi universi tari, n1agari pregni di ottime e meritorie intenzio11i da parte del docente, 111adi fatto poco avvincenti, distaccati dai temi attuali d'interesse, ben presto s'indirizzano verso altre discipline di più facile ed imn1ediato richiamo 5 • Sta di fatto che, specie nelle facoltà di Lettere e Magistero, la geografia è sempre stata reputata, cla molti studenti, una materia « difficile »; e le nozioni cartografiche di complemento, talora, come un vero spauraccl1io. È naturale quindi che, appena possibile, molti giovani abbiano tralasciato lo studio di una disciplina cui, in precedenza, li legava solo l'obbligo giuridico del superamento di uno o due esami. Certo, ciò 110n è edificante, ove si pensi che la nostra materia è professionale per i laureati in Lettere o Magistero, i quali, per la maggior parte, andranno ad insegnare nelle n1edie, tra l'altro, anche la geografia. Ma come? Né più, né meno di con1e si faceva prima della famosa e famigerata liberalizzazione: malissimo. St1 quattro ore di insegnamento, ims Cfr.: D. GRIBAUDI, Coritro una critica demolitrice della Geografia, in « Rivista Geografica Italiana», LXX (1963), pp. 245-270. 83 Bibiiotecaginobianco

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