Giovanni Tranf aglia che è la stessa di quelle migliaia di persone c~e unc;i posizio-ne solo un ta11tino più fortunata re11de cieche e sorde a:i drammi e ai problemi altrui. I compagni del carcere. Erano in diciotto nella camerata n. 7, quella in cui si trovava Scotellaro; ma anche quelli delle altre camerate e quelli che stanno in cucina e gli addetti ai servizi sono presenti in queste pagine. È di un'altra camerata Purchia, il comunista di Irsi11a, che aveva in una sola volta costretto il prete e il maresciallo ad 11na ben magra figura, e a rispettare la dignità dei carcerati. E di un'altra camerata sono pure il cavalier Carritelli, questo folle tutto chiuso nella sua solitaria, tragicomica pazzia, e Vasco, lo scaltro delinq_uente che detta a Scotellaro il memoriale con cui sarà poi scagionato. Ognuno è fermato in un atteggiamento particolare, e dietro ogni atteggiame11to una storia, un dramma, un'intera resistenza: sono Chiellino, l'uxoricida, il giovane napoletano sifilitico, « il n1orto vivo », « che era l'odio d'ella guardia, infermiera, e Mazzolla, il porcaro, e altri ancora ». Ma fra tutti emerge la figura di Giappone. È anch'egli un capo, si è imposto a tutti gli altri carcerati, da lui dipende la camorra del carcere. È un solitario, uno che non crede che « la plebaglia sia cap·ace di cambiare le cose »; ma viene man mano conquistato dal discorso di Scotellaro, e incomincia a guardare Chiellino e gli altri co11occhi diversi da prima. Dopo lo scontro, fra lui e Scotellaro si stabilisce un rapporto di stima sincera e di comprensione. « Perché ognuno di noi dite capì le ragioni dell'altro, fummo an1ici e ci scambiammo i favori, così il mio ingresso nella camorra carceraria era sicuro » 18 • In Giappone si può ritrovare quella punta di anarchismo che pare non manchi mai nelle figure ribelli e intelligenti, di questa zona; egli si rifiuta, un po' come Mulieri, di aderire a ideologie o a partiti, per paura di capitolare di fronte alle proprie idee. Ma, diversamente dal « figlio del tricolore », è più aperto alle nuove idee. Per Scotellaro egli resta un enigma, anche con quella sua poesia, in cui esprime per ~a prima volta, « dal sito cuore ribelle ed incredulo, tln atto di fede nei ' martiri ', nella 'sincerità', nel 'Primo maggio ', che veniva tra qualcfze mese, nel carcere, pieno di trenta occupatori di terra » 19 • 78 1s Id. p. 120. 19 Id. p. 167. Bibii~tecaginobianco
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