Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Guido Compagna ad un intero grup·po sociale e costruire st1 di e~se teorie che finiscono per schiacciare la libertà. Anche la tecnologia è nemica della politiica. Difatti essa vuole sostituire alla fantasia, alla duttilità, ·e magari all'adattabilità dell'uomo politico alle situazioni reali, schemi rigidi1 ed esatti, in base ai quali un ingegnere sarebbe capace di risolverci ogni problema, sempre che lo si sottraesse alle ingerenze dei politici. Proprio l'i111gegnere sarebbe il moderno eroe dei nostri tempi. È lui che ha la possibilità, conti -esatti alla mano, di sostituire la corrotta classe dei politici. S~ tratta di un discor,so alla moda, che cerca di camuffare, dietro una facciata pseudo-scientifica, un qualunquismo deteriore. La tecnologia non può avere la pretesa di sostituirsi alla politica; deve esserne, jnvece, l'a11cella. La tecnica c~ può insegnare il modo di utilizzare le risorse; ma la destinazione di queste deve essere preventivamente decisa dai politici, con criteri, per l'appunto, squisitamente politici. Gli ultimi nemici della politica sono, infine, i suoi stessi amici. Come osserva Crick, vi sono n1.omenti in cui i sostenitori di rispettabili dottrine politiche, come il socialismo, hl liberalismo, il conservatorismo, possono dimostrarsi insoddisfatti non tanto di un certo ordine politico, col quale giustamente possono essere in polemica, quanto della stessa attività poliJtica. « Questi no•rmali alleati dell'attività politica - osserva Crick - possono arrivare ad eccessi estremi ed agire nel modo che fece dire a Wellington delle sue truppe: ' Non so se facciiano paura al nemico; quel che è certo è che fanno paura a me ' ». Vi è quindi nel libro di Crick una critica alle dottrine conservatrici, socialiste e liberali, che peraltro non vengono condannate per intero. Nessuna di tali dottrine, infatti, contiene quell'odio per la politica che caratterizza le ideologie e le dottrine totalitarie, anche se ognuna di esse in taluni momenti può essere tentata di diventare antipolitica. La conclusione cu~ perviene Crick è che le dottrine politiche sono il prodotto dei ten1pi e delle circostanze; e vi sono occasioni in cui sembra necessaria la presenza di elementi appartenent~ a ciascuna di esse. Ma queste dottrine non po,ssono essere sintetizzate in un perfetto pacchetto politico, rappresentando interèssi diversi. E il fatto che accettino tutte il metodo politico non im,plica l'accordo su altre questioni. Passati in rassegna i nemici della politica, Criclc dedica l'ultimo capitolo ad una lode di questa, coerentemente con il suo criterio metodologico. Con questa lode lo studioso inglese riafferma i vari concetti che si erano venuti delineando durante la sua « difesa» e cerca di puntualiizzare soprattutto il primato della politica e del governo politico, che è sintesi di libertà e democrazia. Quella politica è una soluzione al problema del governo, ed è una soluzione che si è voluta dimostrare mi1gliore delle altre. Ma infiniti, aggiunge Crick, « sono i pericoli che deve affrontare, poiché tante sono le ragioni che appaiono plausibili per respingere le responsabilità e le incertezze della liibertà ». Proprio da questa frase ci sembra di poter cogliere lo spirito del libro. 66 Bibiiotecaginobianco

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