Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Giornale a piìL voci della politica. Perché, in vista di un fine ultimo, si è pro 1 nti a sacrificare 1e libertà individuali che la politica, come attività dinamica, garantisce. ~ così è la stessa politica a scomparire. Anche la democrazia può diventare un nemico della politica, quando non si d~mostra capace di tutelare la libertà dalle insidie del totalitarismo; in questo caso, essa viene a caratterizzare il periodo 1 di tempo 1 nel quale si predispongono le condizioni per l'avvento di un regime totalitario. Già Stuart Mill intuiiva che il governo rappresentativo non basta a garantire la libertà, perché tutte le cariche possono essere occupate da uomini che la pensano allo stesso modo. La democrazia inoltre può sempre degenerare in populismo; e quando degenera, si verificano appunto le condizioni per le quali la tira11nia della maggioranza dà luogo al totalirtarismo. È a questo proposito significativa la citazione di un passo dell'autobiografia di Stuart Mill; la lettura dell'opera di Tocqueville, scrive Stuart Mill, lo ha indotto a modificare il suo ideale di pura democrazia e a riconoscere la necessità di impedire che la democrazia stessa degeneri nell'unico tipo di dispotismo capace di minacciare i~ mondo moderno: il dominio assoluto del capo dell'esecutivo st1 un'associazione di indiNidui isolati, « tutti liberi ma tutti schiavi ». Alla luce di queste riflessioni di Mili, Bernard Crick si chiede se non sia il caso di distinguere tra democrazia autoritari.la e democrazia politica. È politica quella democrazia ir1 cui le garanzie della libertà sono in grado di reggere all'urto delle tentazioni per le facili unanirrnità. Ne viene fuori un concetto diverso di democra21ia, forse più ristretta, ma senz'altro pit1 garantita politicamente: essa non è pit1 la caratteristica di Lln governo libero, ma ne è un elemento. Il nazionalismo è poi il più antico nemico della politica; e la storia ci ha dimostrato come sia facile, per un popolo, cadervi. In realtà, il nazionalismo è l'antitesi del patriottismo. E Crick ce lo spiega molto bene allorché rileva che l'« attacca1nento a Stati come il Regno Unito o il Canada non può essere nazionalistico, ma soltanto patriottico. Per i nazionalisti questi sono nel m1igliore dei casi Stati bastardi:. Non può es,servi quindi un nazionalismo britannico, ma soltanto inglese, nord-irlandese, scozzese o gallese». Quello che appare preoccupante è come oggi vi sia, in nome di un preteso impegno antimperialista, un'ondata di simpatia verso regimi politici che si identificano con il totalitarismo nazionalista. È il caso· di taluni paesi del · Terzo mondo che molte persone, le quali vivono in paesi liber~ e moderni (della cui storia non si sentono affatto orgogliose), prendono a modello, in nome della lotta all'imperialismo. Lotta che in questo caso è soltanto una giustificazione :per governi dittatoriali, peggiori forse degli stessi1 regimi co-- loniali cl1e li hanno preceduti. Possiamo affermare con Crick che il nazionalismo è essenzialmente antiJpolitico, perché ha la pretesa di individuare caratte~istilche 01 ggettive comuni 65 Bibliotecaginobianco

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