Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Italo Talia - Ugo Leone prese al centro subiscono quando arrivano in periferia, -della differenza tra il modo in cui si tendono ad impostare gli interventi nel quadro di un piano e gli stravolgimenti e i travisamenti che, in buona o in cattiiva fede, ne vengono fatti nelle singole regio,ni. Valga per tutti il caso dell'Alfa-Sud nel Napoletano: i 15 mila nuovi occupati previsti e diiChiarati, salirono a 60 mila per merito e per iniziativa della locale classe dirigente democristiana: la delusione è stata ed è pari alla notevole differenza tra le due cifre. A chi, come gli « inviati speciali » dei grandi quotiidiani di cui si diceva, confonde lo strumentalismo tattico di certe dichiarazioni interessate con la realtà quale avrebbe dovuto essere e non è, non si può che raccomandare una maggiore e migliore conoscenza dei problemi del Mezzogiorno. ITALO TALIA Abruzzo, raffinerie e sottosviluppo Il problema delle raffinerie e dei porti petroliferi in I tali a, dibattuto da tempo e da più parti, torna ancora una volta all'ordine del giorn.o, per una notizia proveniente da Chieti: sembra infatti che nella città abruzzese si sia costituita 11na società per l'impianto di una raffineria di petrolio alla foce del fiume Sangro. L'Italia si dimostra sempre più uno strano paese. In campo petrolifero, ad esempio, possiede una capacità di raffinazione di oltre 150 milioni di tonnellate all'anno; tale capacità (i dati sono del 1968) è utilizzata per meno del 60%, con una produzione che nel 1968 è stata di 86 milioni dii tonnellate. Di fronte a questi dati si registra un consumo interno di circa 57 milioni di tonnellate (circa il 67% della produzione). Come se non bastasse, è gi1à stata autorizzata la realizzazione di impianti per oltre cinque milioni di tonnellate mentre esiste una serie di richieste per installazioni di nuovi impianti e ampliamenti di impianti esistenti per oltre venti milioni di tonnellate. A realizzazioni ultimate, in Italia si registrerà una capacità di raffinazione pari ad oltre il 300% dell'attt1ale consumo interno. Perché si verifichi una situazione del genere in un paese che fra l'altro non è nemmeno produttore di petrolio, si spiega facilmente e lo abbiamo già altre volte fatto notare anche i.in questa sede: esiste in Italia una legislazione· anti-inquinamento che, quando no11 vecchia di decenni, è quanto meno ospitale per certe attività cl1iaramente inqui11anti e che in altri paesi dotati di una più moderna e viigile legislatura in materia, non trovano la stessa convenienza economica ch.e oggi offre l'Italia. Qualche esempio: in Germania la legge dispone che le raffinerie non emettano più di 1.500 Kg. di anidriide solforosa all'ora e attraverso altissimi 60 Bibiio,ecaginobianco

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