Giornale a piìL voci ste ( quali la 111etallurgia, la meccanica e la chimica): tendenza cl1e appare altresì destinata ad accentuarsi nei prossimi anni ove si po11ga mente alle maggiori iniziative progettate o in corso di realizzazione n.el Mezzogiorno ;>. Quanto, infine, alla circostanza - innegabile e preoccupante - che il ti1po di sviluppo industriale fin qui realizzato 11a svolto bensì un ruolo notevole per quanto riguarda l'accumulazione di capitale nel Mezzogiorno, ma ha inciso in misura modesta sui livelli di occupazione, è anche vero che ora diventa possibile sfruttare le opportunità offerte proprio dalla modificata struttura industriale del Mezzogiorno. Un primo esempio d1 ciò è offerto dàl programma di settore che riguarda la chimica di base e che deve essere esteso, in breve tempo, a tutto il settore chimico. Un secondo programma di promozione potrebbe riguardare - su basi oggi realisti!Che - il settore metalmeccanico, legando le produzioni di base (largamente presenti) con le produz~oni intermedie ed ausiliarie (che timidamente si vengono a localiiZzare nel Mezzogiorno) e con le produzioni finali (ancora quasi del tutto assenti). Ma a questo punto il discorso torna ad essere un discorso di scelte politiche, perché anche l'industrializzazione è una scelta politica che richiede a sua volta tutta una serie di scelte operanti in quella direzione. E poiché anche questo delle « cattedrali nel deserto 1 » è un tema vecchio --- sepp.ure diventato di moda solo recentemente - vogliamo ricordare quanto affermava l'attuale ministro del Bilancio e della Programmazione Economica in un dirbattito alla Camera nel lontano 1960. « Anche i grandi impianti», dichiarava Antonio Giolitti, « quei grandi impianti sui quali tante speranze si ripo11gcYnoJ sono stati deliberati e localizzati per decisioni singole, non secondo scelte di carattere organico. A questo riguardo, è sintornatico (ed anche preoccupante) perché rivelatore di un certo metodo e di un certo ,nodo di procedere) il fatto che soltanto ora si pensi all'elaborazione di un piano di sviluppo dell'ambiente che dovrà sorgere attorno al centro siderurgico di Taranto. ÈJ insomn1a, necessario procedere ad una progran11nazione preliniinare e veramente organica, se si vuole che i grandi impianti abbiano effettivamente u11a funzione produttiva e non si esauriscano a breve raggio » (ANTONIO GroLrrrrJ Questione meridionale e socialistno, in Il Sud nella storia d'Italia, a cura di Rosario Villari, Editori Laterza). A chi, dunque, tanto contesta oggi la politica di industrializzazione e i risultati da questa conseguiti, o, come scrive Alfonso Madeo sul « Corriere della Sera», « al meridionalis,no eh.e invoca la revisione radicale degli indirizzi (poli di sviluppo, cattedrali nel deserto, grandi concentrazioni) che hanno fallito l'obiettivo dell'occupazione e del benessere sociale» non si può fare altro che raccomandare una maggiore coerenza tra gli obiettivi e gli strumenti, tra le finaUtà che si vogliono perseguire e le politiche da adottare. E questo vale per i « compagni » e per gli « amici » di Mancini e Misasi in Calabria, come per gli « amici » di Moro e -di Colombo in Puglia ed in Basilicata e per quelli di De Mita in Campania. Perché certi risultati incompletiJ o insoddisfacenti sono innanzitutto il portato della defqrmazione che le decisioni 59 Bibiiotecaginobianco
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