GIORNALE A PIU' VOCI L'industrializzazione contestata Da un recentissimo studio della SVIMEZ si apprende che tra il 1951 ed il 1968 sono stati realizzati, o meglio finanziati, investimenti nell'industria manifatturiera del Mezzogiorno per ben 3168 mi1liardi. Di questi, appena 406 sono stati investiti nel decennio 1951-1961, mentre il grosso (2762 miliardi) è stato investito nel periodo successivo. Risulta inoltre che si è trattato, in prevalenza, di nuovi impianti pit1 che di ampliamento di industrie esistenti; infatti, la quota dei primi rispetto ai secondi si è aggirata intorno al 66% tra il 1951 e il 1961, ed è stata pari al 64,5% nel secondo periodo, cioè tra il 1961 e il 1968 (SVIMEZ, Gli investimenti agevolati nel Mezzogiorno, Giuffrè 1971). Leggendo questi dati ci è tornato alla mente quanto affermava Rosario Romeo a proposito dello sviluppo industriale nel nostro paese: « Quando si discorre dello sviluppo del capitalisrno in Italia non è solo un aspetto della nostra storia che viene preso in considerazione, rna la sforzo fondamentale tra quelli che gli italiani hanno compiuto per edificare la civiltà moderna nel proprio paese. Un processo certo meno linipido e lineare che in altre nazioni, nate assai prùna della nostra alla vita moderna; e ciò basta a spiegare la somma, maggiore che altrove, di insofferenze, di malcontento e 1nagari di ribellioni, che quel processo ha suscitato da noi. Anche perché, diversamente che in altri paesi, è mancata in Italia una specifica ' ideologia dell'industrializzazione'» (ROSARIO ROMEO, Risorgimento e capitalismo, Laterza 1970). Questa frase ci è tornata alla mente - come si diceva - seguendo l'attuale dibattito sull'industrialiizzazione del Mezzogiorno, leggendo i giudizi espressi a proposito dei risultati che non sono stati conseguiti, degli o,biettivi che non sono stati raggiunti, di quello cioè che è stato definito i~ fallimento dell'industrializzazione delle regioni 1neridionali, e quindi il fallimento della politica dii svi]u,ppo per il Mezzogiorno e la crisi del meridionalismo nelle sue motivazioni politiche e tecniche. Ora, poiché vi è, a nostro avviso, una notevole dose di superfici1alità e di semplicismo in tali giudizi, ci coglie il dubbio (o meglio la certezza) cl1e, malgrado da oltre venti anni si parli.i di industria nel Mezzogiorno, manchi tutt'ora una chiara « ideologia dell'industrializzazione» nella politica di sviluppo delle regio11i meridionali. Manca cioè la cosc~enza che costruire, o tentare di costruire, un -grosso apparato industriale nel Sud significa concordare anche sull'obaiettivo, da parte d-elle forze politiche che dell'indu55 Bibii-otecaginobianco
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