Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

llittorio Barbati tante, che alcu11i dece11ni più tardi avrebbe cominciato a dare i st1oi sia pur timidi frutti: dimostrò cioè che, entro certi limiti, al di là ed a11che al di sopra delle ideologie, i principi economici « tradizionali » poteva110 coesistere con i principi economici che si erano affermati co11 la Rivoluzione d'ottobre. La formula di gestione Liberman, che da alcuni anni ha fatto la sua apparizione 11ell'URSS e che ha portato, per i settori dell'industria leggera e dei beni di consumo, alla graduale adozione di un 11uovo regola1nento per le aziende di Stato sovietiche 3 , trae la sua origine prima dai principi introdotti co11 la NEP e dalle esperienze compiute 11el quadro di questa. E le resistenze che essa incontra derivano sopratt11tto dalla rigidità strutturale originata dai piani quinq11ennali, dai pericoli politici che, per il regin1e sovietico, possono presentare i principi di sia pur tin1ida liberalizzazio11e che la formula i11troduce, e, i11ultima analisi, dalla possibilità che una sua estensiva applicazione possa portare, prima o poi, ad un « ammorbidimento » interno ed esterno del sistema. I11 sostanza, anche se tale formula, 11elle attuali condizioni sociali ed economiche dell'URSS, rappresenta una necessità, n·on si pt1ò escludere che essa possa rappresentare un pericolo per le sfere più conservatrici - o, se si preferisce, pit1 ortodosse ideologicamente - di u11 regime che cerca di restare monolitico e che invece, con ogni probabilità, ha bisog110 di trasformarsi proprio per sopravvivere. Nell'altro campo, e prec1samente negli Stati Uniti, ebbe luogo, 11ella prima metà degli a11ni trenta, un processo sotto n1olti punti di vista opposto: l'apparizione, in un ambiente da lungo tempo dominato dal liberismo più spinto, di consistenti forme di intervento pubblico, diretto ed in.diretto, nell'« economia di mercato ». La grande crisi _econo1nica esplosa con il crollo della Borsa di New York nell'ottobre del 1929, e che si estese rapida1nente, come u11 gigantesco ciclone, dall'America a tutto il mo11do, segnò una svolta fondamentale nella storia economica. Fu un punto d'arrivo ed un punto di parte11za: un punto d'arrivo perché costituì il risultato di 11n isolazio11ismo cieco, di un protezionismo esasperato, di una speculazione senza freni e se11za controlli, di una concorrenza spinta al di là di ogni limite ragionevole; un punto di partenza, per3 Tale nuovo regolan1cnto conterr1pla, fra i fattori basilari della condotta aziendale, il cosiddetto « profitto d'azienda », che costituisce, anche se in forma timida e ben diversa dalla concezione occidentale del «profitto», un'innovazione di grande in1portanza. Contempla pure la consjderazione delle esigenze del 1nercato (naturalmente, del mercato tipico di un'econon1ia collettivistica). 42 BibiiG~ecaginobianco

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