Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Vittorio Barbati sione cominciata nel 1929. Non avevano dimenticato che le loro pressioni per il sollecito pagamento dei debiti di guerra avevano inasprito il problema delle riparazioni, il quale a sua volta aveva aggravato gli squilibri europei scavando un solco di odio fra la Germania e la Fra11cia. Né avevano dimenticato che il loro protezionismo economico li aveva portati ad una crisi di superproduzione senza sbocchi sufficienti; che avevano dovuto i11tervenire, prima con il Piano Dawes e poi il co11 Piano Young, per risanare l'economia tedesca, perno dell'eco11omia europea; che, infine, le ripercussioni della loro crisi economica degli anni trenta avevano avuto in Europa conseguenze politiche incalcolabili. Ma, mentre gli aiuti dell'E.R.P. co11sentivano all'Europa occidentale di iniziare e poi di accelerare la ricostruzione, nell'Europa orientale - dopo che l'URSS aveva rifiutato gli aiuti del Piano Marshall, costringendo la Polonia e la Cecoslovacchia a revocare le loro adesioni - si stabilivano, sull'esempio sovietico, dei sistemi economici di tipo collettivistico. Così la divisione politico-militare, che si stava materializzando con la « cortina di ferro », riceveva un'ulteriore spinta dalla divisione eco11omica. La logica dei blocchi veniva rapidamente portata alle sue estreme conseguenze. Era inevitabile che, in queste condizioni, si stabilisse un clima di dura competizione, e che, in tale clima, i fattori di forza acquistassero ben presto u11peso preponederante, ·fino a portare a quella che fu definita la « guerra fredda ». Se si vuole ragionare realisticamente, si deve riconoscere che la situazione che si stabilì nel mondo, ed in particolare in Europa, nei primi anni del dopoguerra, fu la diretta conseguenza del vuoto di potere lasciato in Europa dalla scomparsa dei paesi sco11fitti dalla scena politica~ I vincitori d'oriente e d'occidente rappresentavano, sotto tutti i punti di vista, da quello ideologico a quello economico, da quello politico a quello istituzionale, due mondi antitetici. Solo l'imprevidenza americana - in contrasto con la lungimiranza di Churchill - non aveva voluto tenerne co11to. Per Eisenhower, ed anche per i suoi superiori, Berlino non era stata un obiettivo significativo sotto il profilo militare. E nemmeno sotto il profilo politico. Per Stalin, per i suoi gerarchi di partito e per i suoi marescialli, invece, l'obiettivo importante era stato quello di portare quanto più possibile ad occidente le 11uove frontiere tra i due « mondi », in vista soprattutto del « dopo ». 40 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==