Vittorio Barbati creta nel modo piì1 evidente. Ed è anche il continente nel quale, più che in tutti gli altri, le due massime· superpotenze mondiali, gli Stati Uniti e l'Unione So,,ietica, si trovano a diretto confronto, su posizioni vitali per entran1.be. In altre parole, l'equilibrio europeo è il fulcro di t1n equilibrio mondiale, che non interessa soltanto gli europei e che, soprattutto, è determinato solo in parte - e si può dire, purtroppo, in mis11ra non molto rilevante - dagli eu- . rope1. La divisione dell'Et1ropa in due blocchi non è il risultato di u11 processo e,,olutivo graduale e sia pur relativamente spontaneo. Essa si materializzò nel 1945, sulle rovine ancora fumanti del Terzo Reich e del mostruoso sistema politico che questo aveva edificato, e costitt1ì la conseguenza immediata, diretta ed inevitabile, del modo i11 cui furono condotte, da parte dei sovietici e da parte degli anglo-a1nericani, le operazioni militari negli ultimi mesi di guerra. Non è ovviamente possibile, e non sarebbe nemmeno opportu110, esaminare in questa sede quelle operazioni nei loro aspetti tecnici e politici ed approfondire i motivi che determinarono il loro andamento. È sufficiente dire che, mentre da parte sovietica esse furono condotte in vista ed in funzione di un assetto politico futuro già be11 delineato nei suoi caratteri essenziali, da parte americana e britannica - soprattutto da parte americana, dato il preponderante peso decisionale degli Stati Uniti, che finì col prevalere sulle più lungimiranti vedute degli statisti britannici -- le operazioni belliche obbedirono ad un'impostazione limitata, ancorata in modo rigido ad una ristretta logica militare, e quasi del tutto pri,,a della visione del « dopo », ossia della percezione delle enormi consegue11ze politiche che ne sarebbero derivate. Le illusioni svanirono ben presto. L'alleanza fra gli anglo-americani ed i sovietici era stata un'alleanza innaturale, non dettata da convergenze politiche ed ideologiche, ma imposta dall'esistenza di un pericolo mortale. Quando questo cessò, con il crollo del nemico comune, le divergenze riemersero inevitabilmente. La logica dei blocchi aveva già radici profonde: era insita nell'antitesi dei due sistemi politici cl1e, per necessità> avevano dovuto procedere affiancati per alcuni anni. · Qua11do, per usare un'espressione di Churchill, « una cortina di ferro » calò a dividere l'Europa in due, fu chiaro che il mondo si stava a,,viando verso un avvenire molto difficile. E fu egualmente chiaro che i problemi che i vincitori occidentali, e soprattutto gli americani, avevano creduto di poter elt1dere, o addirittura di poter 36 Bibiio,ecaginobianco
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