Girolamo Cotroneo corrisponda a quello che il socialismo avr~bbe dovuto essere secondo la visione marxista ». Tutto ciò spinge a riflettere e soprattutto a chiedersi se è mai possibile una perfecta adaequatio fra le teorie (che nella loro formulazione astratta si presentano sempre come perfette: specialmente le teorie totalizzanti come quella hegelmarxiana) e la realtà oggettiva. Se le « prove storiche » falliscono (e arrivere1nmo a dire che « tutte » le prove storiche di una ideologia falliscono rispetto al modello teorico cui si rifanno), la colpa è tout court da attribuire ai protagonisti pri11cipali di quelle prove, che non avrebbero capito, né rettamente interpretato, il modello ideale? o 110n piuttosto al fatto che la realtà oggettiva non è sempre disponibile per essere piegata a quello stesso modello ideale? Il difetto del discorso di Basso sta a nostro avviso, nel credere alla possibilità di una univoca interpretazione del marxismo, dalla quale sicuramente nascerebbe una società in cui l'adaequatio fra il disegno teorico e la realtà effettuale sarebbe, questa volta, perfetta. Ma., come prima si diceva, è proprio questo che - alla luce delle recenti prove storiche - riesce difficile credere. Basso dice ancora che la via al socialismo non deve passare attraverso la ripetizione delle esperienze (in gran parte negative: egli non dimostra particolare fiducia neppure in quelli che oggi sono i nuo,,issimi modelli, cioè Cuba e la Cina) già effettuate, « ma deve, anche a prezzo di errori, cercare faticosamente delle strade nuove ». Ma è solo nel marxis1no (e quando parliamo di marxismo intendian10 soprattutto il « nucleo razionale », il nocciolo teorico fondamentale della dottrina di Marx, non questo o quell'aspetto che, singolarmente presi, ha11no il loro indubbio valore e la loro efficacia) che si devo110 andare a cercare le nuove strade? L'esperienza storica non serve proprio a nulla? La si può, come vuole Lelio Basso, illuministicamente cancellare come errore contingente e, tutto sommato, casuale? Certo, Basso è troppo intellige11te per non sostenere che l'insegnamento originario di Marx debba oggi essere sviluppato « lungo le linee di sviluppo della società », il che questa volta significa una adaequatio alla rovescia; ma è proprio questo a dare maggiore consistenza alla nostra obiezione, anche se essa verrà certamente tacciata di « empirismo socialdemocratico » o, peggio ancora, di pragmatismo. In realtà il problema è sostanzialmente diverso. Ciò che ci sembra da rifiutare, almeno oggi che la realtà si prese11ta in maniera così complessa e dinamica, è quel metodo aprioristico di 28 Bibiiotecaginobianco
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