Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Francesco Compagna (DC+ PSI), gradito dai com11nisti e, se proprio n~cessario, coperto dai liberali. Quanto questo disegno fosse irrèalizzabile nella pratica vicenda politica cui si voleva dar corso con l'elezione presidenziale risulta dal fatto che esso IJrescindeva del tutto da considerazioni di tale rilievo che, se tenute adegt1atan1e11te presenti da strateghi più accorti e più lungimiranti di quelli che l1anno trascinato il PSI fuori dal centro-sinistra, avreb.bero portato alla consapevolezza dell'impossibilità di cogliere l'obiettivo che la strategia n1anciniana si era proposta di cogliere; e avrebbero portato, altresì, alla presa di coscienza del pericolo che ne derivasse t1na situazione politica nella quale ad essere emargi11ati fossero proprio i socialisti. Il disegno I11anciniano, infatti, non solo partiva da una sottovalutazione della capacità di reazione dei socialdemocratici e dei repubblicani, assai meno facilme11te emarginabili di quanto non si sia ritenuto possibile, e forti cosi per la posizione che occupano nello schieran1ento parlamentare come per le benemerenze che hanno accumulato, garantendo per venticinqL1e anni l'equilibrio democratico; non solo presuppo11eva da parte dei liberali L1na spregiudicata - ed in pari tempo suicida - disponibilità ad assolvere la funzione della foglia di fico in cambio di un i11serime11to nell'area del potere, concepito nei ter1nini in cui lo concepiscono i peggiori tra i socialisti (le dichiarazioni rilasciate a questo proposito dal sen. Prerr1oli, e confermate da Malagodi, sono risuonate molto significative: « il partito di Ma11cini ci lt1singava con l'argomento che noi liberali avrern1110 scavalcato i socialden1ocratici, sostituendoli 11el governo di gennaio, ma il PLI l1a respinto l'invito, perché esso si esauriva... in termini da ' stanza dei bottoni ' »): ma soprattutto 110n teneva conto del 13 giugno ed ir1 particolare dei proble1ni che il 13 giugno ha aperto nella DC e che la DC no11 può eludere senza pagare alla scadenza del 1973 un prezzo elettorale che potrebbe essere troppo alto non solo per la stessa DC, 1na per tutta la democrazia italia11a. Certo, all'on. Moro va rico11osciuto il merito di non essersi prestato ad operazioni di tipo groncl1iano, il cui esito, per la DC e per la democrazia italiana, sarebbe stato catastrofico. Ma quale sarebbe stata la conseguenza se Moro fosse stato designato come ca11didato ufficiale di una DC che avesse dovuto st1bire il ricatto di altri, e quindi se Moro, grazie al collegamento delle sinistre democristiane con lo schieramento frontista dei socialisti e dei comL1nisti, fosse diventato lui il Presidente della Rep11bblica? È la preoccupazione per la conseguenza che ne sarebbe potuta derivare, e certo non 14 Bibiio~ecaginobianco

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