Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Autori vari dei cosiddetti saccl1etti a perdere la cui costante presenza costituisce un vero e proprio fenomeno di inquinamento ·del suolo cittadino. Il proble1na igienico sanitario. Se un impegno concreto in senso ecologico risulta ogg~ a rNapOlli particolarmente pressante, ciò accade perché le contaminazioni ambientali 110n presentano più il carattere •di attentato alla vocaziot1e naturale dei luogl1i, portato a termine da tempo, ma sono giunte ad uno stadio avanzato in cui le conseguenze dannose per la salute dei cittadini sono identificabili a valutazioni in maniera precisa. Per quanto riguarda le conseguenze sull'uomo della conta1ninazione del mare, è, ad esempio, sufficiente ricordare che la morbosità 11apoletana per infezioni tifoidi accertate (nel 1969, 1539 casi contro i 179 di Genova ed i 73 casi di Palermo) è di oltre il 12 % rispetto a quella nazionale complessiva; il che assume carattere di particolare gravità se si tien conto del fatto che la popolazione di Napoli si aggira intorno al 2 % di quella nazionale; e se si considera la indiscussa esistenza di infezioni tifoidi no,n denunziate, esistenza ben più elevata a Napoli dove il livello di coscienza sanitaria risulta da numerosi ele1nenti inferiore rispetto ad altre grandi città. Più difficile è la valutazione delle consegL1enze sul cittadino napoletano della contaminazione atmosferica, conseguenze che notoriamente incidono sulla patologia broncopolmonare. Desta certamente una allar1nata perplessità il fatto che mentre nella provincia di Milano la mortalità per malattie dell'apparato respiratorio ha presentato, dal '57 al '68 una flessione da 94 ad 81 casi per centomila abitanti, nella provincia di Napoli (peraltro favorita dal clima e con un tessuto industria;le di proporzioni molto più modeste) i casi, nello stesso periodo, sono aumentati da 138 a 148, sempre su centomila abitanti. C'è da chiedersi, alla luce di questo solo elemento, cosa potrebbe verificarsi nella nostra città se lo sviluppo industriale avesse raggiunto i livelli milanesi, e soprattutto cosa potrà mai accadere se l'auspicato sviluppo industriale del territorio 1 napoletano dovesse avvenire nell'attuale stato di carenza legisl_ativa. D'altra parte la gravità della situazione è sottolineata, non soltanto dal peggioramento registrato a Napoli, ma ancor più dal livello di partenza, di quella mortalità, che già allora appariva inspiegabile. In realtà la spiegazione potrebbe essere ritrovata nell'insieme di elementi negativi che nella nostra città facilita ogni forma di rischio di malattia. A questo proposito è sufficiente ricordare che Napoli è fra 122 Bibiiotecaginobianco

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