Autori vari In realtà, le esigenze ecologiche sussistqno i11.tutta la loro gravità e, al limite, si deve anzi ritenere che la scarsa considerazione di esse finisce con l'aggravare gli stessi problemi dello sviluppo economico. Vi è, semmai, per la città di Napoli ~a necessità di porre questi problemi in un 1nodo diverso e in termini più concreta1nente adere11ti alle esigenze delle attività produttive. Non si tratta quindi di proporre smantellamenti o trasferimenti in massa di interi gruppi di aziende, 1na di mettere in atto una serie di misure rivolte a difendere l'ambiente e, nel giro di un tempo adeguato, a migliorarne stabilmente la condizio,ne. A tal fine va ricordato che i problemi della difesa dell'ambiente naturale, per quanto concerne le attività industriali, si pongono in u11 triplice ordine di piani, a ciascuno dei quali corrisponde un particolare tipo di misure. 1) Misure volte a diffondere e general1zzare l'uso dei sistemi di depurazione dell'aria e delle acque. 2) Fermezza nelle scelte territoriali di localizzazione degli in1pian ti in guisa che risultino ottimali anche dal punto di vista ecologico. Non esiste di fatto - se si guarda agli interessi di più lungo periodo - incompatibilità reale tra ottimo ecologico ed economicità delle localiz- . . zaz1on1. Per quanto concerne la città di Napoli, in particolare, si tratta di riaffermare e far valere sul piano delle scelt~ politiche ed am1ninistrative il principio del decentramento negli agglomerati dell'Area di sviluppo industriale. Tale principio va specificato 1n due direzioni. Si tratta innanzitutto di operare, a livello di tutta l'area 1netropolitana di Napoli, per un migliore uso del territorio rispetto ai vi11coli ubicazionali delle diverse tipologie industriali. A questo riguardo occorre soffermarsi essenzialmente sulla piccola e media industria operante nelle produzioni tradizionali. Queste aziende (si tratta generalmente dei comparti delle pelli e del cuoio·, del legno e del mobilio, delle scarpe, dell'abbigliamento) trova110 maggiore convenienza ad ubicarsi a diretto contatto con il mercato di consumo. Pertanto, anche se i mercati di tali aziende sono in gran parte extraregionali, le aree che dovrebbero « ospitare » queste attività dovrebbero essere quelle più prossime alla conurbazione partenopea assecondando così anche quella che è la spinta spo-n~tanea in tal senso. L'ulteriore crescita delle aziende verso di1nensioni medie e medio-grandi, potrebbe giovarsi, poi, di una politica di promozione a livello consortile che dovrebbe organizzare tutta una serie di servizi co118 Bibiiqtecaginobianco
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