Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Aittori vari e vive l'l1omo, e che devono co,nservare un ,loro equilibrio, per non divenire, in 11ltima analisi, aliene all'uomo ste·sso. Nella seconda direzione, certamente più ricca di implicazioni, la tutela dell'ambiente come forma attraverso cui una comunità si espri1ne, investe ogni tipo di intervento che incide sul « divenire » del territorio, quale che sia l'obiettivo che l'intervento si propone. Sotto tale aspetto la tutela del paesaggio si traduce in un « controllo » degli interventi, ed avrà lo scopo di assicurare t1na ordinata trasformazione dell'ambiente, che deve, comunque, conservare una sua coere11za con i fini della comunità umana. Da ciò la necessità di un'azione che, con scelte e determinazio11i precise, ass11nte da tutti gli enti e associazioni ai quali è deferita la tutela del paesaggio e sottratta alla logica settoriale dei soggetti proprietari dei beni, coordini e dia coerenza ad ogni azio11e cl1e determina il dive11ire del territorio. Si può, dunque, affermare che la ragion d'essere di questa Commissione e, ancor più, la filoso,fia che deve ispirarne l'attività va ricercata essenzial1nente nella necessità di individuare una diversa e più consapevole coscienza della « qualità di vita »·da pro·porre alla nostra società. Si può ritenere che l'attuale stato di crisi nel quale versano la società, la cultura e la stessa ricerca scientifica non sia altro cl1e il prodotto piì1 recente di tutta una serie di processi e di atteggiamenti che, in un 111odoo nell'altro, hanno determinato un diffuso stato di disagio. Più i11dettaglio questo disagio può notarsi, in particolare, nel rapporto tra la presa di coscienza dei problemi e la fase operativa per trovare la soluzione d.egli stessi e, q_uindi, nel crescente contrasto tra società civile e società politica. Tale contrapposizione si ma11ifesta essenzialmente attraverso alcuni aspetti cl1e sono così sintetizzabili: a) la crescente· richiesta di partecipazione, da parte dei cittadini, ai processi decisionali che, direttamente o indirettamente, possono influenzare le loro stesse condizioni di vita; b) l'impossibilità, nell'attuale società, di poter delegare a pocl1i centri l'onere della conoscenza e dell'intervento per risolvere problemi venu_tisi ad accumulare nel tempo sì da divenire elementi di crisi per I'in tera collettività; e) la necessità di « umanizzare » il pi~ possibile lo sviluppo della società che non potrà più essere esclusivamente finalizzato al perseguimento di obiettivi puramente economici, ma dovrà porsi anche altri obiettivi di natura sociale e culturale; 108 Bibiiotecaginobianco

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