Nord e Sud - anno XIX - n. 145 - gennaio 1972

Giorgio Nebbia comanderemo la continenza ai poveri, a coloro che ancora non hanno neanche assaporato il frutto dell'albero della tecnica? E ancora: è ormai chiaro che, se alle bellezze naturali e alle risorse ricreative ci si avvicina in pochi, con rispetto, umiltà ed educazio11e, queste restano disponibili a lungo; se ci si avvicina in 1nolti, con villania e inciviltà, le stesse bellezze e risorse vengono distrutte e non sono più disponibili per nessuno. Ma è forse pensabile di regolare l'accesso ai parchi o alle bellezze naturali sulla base delle scuole fatte o di un patentino ecologico? Antichi problemi e niLove soluzioni. - Il supera1nento di queste contraddizioni è difficile e richiede probabilmente molti anni di discussioni, la revisione critica di molti dei principi delle società ava11zate occidentali e un ciclopico processo di educazione e di informazione. È un problema nel quale la generazione degli uomini che oggi detengono il potere ha bisogno della collaborazione delle nuove generazioni con le quali deve avere il coraggio di un discorso aperto e spregiudicato, senza furbizie e accom.odamenti. Bisogna avere il coraggio di dire che occorre ristn1tturare le città e programmare l'utilizzazione del territorio e delle risorse 11aturali, il coraggio di illustrare i gravi problemi che ci aspettano e di cui citerò qui pochi esempi. Il problema delle attività ricreative è uno dei più urgenti, come conseguenza dell'aumento dell'affollamento e della congestione nei centri urbani e nelle zone altamente industrializzate e densamente abitate e della diminuzione inevitabile delle giornate di lavoro settimanali. Se teniamo presente l'affollamento dei nostri pochi luoghi di villeggiatura negli attuali quindici giorni di vacanze d'agosto, possiamo a ragione chiederci che cosa succederà quando la settimana lavorativa di quattro giorni, che può diventare una realtà prima del 1980, darà ai lavoratori 150 giorni di vacanze all'anno. La soluzione del problema degli spazi ricreativi è la premessa i11dispensabile per evitare l'esplosione di enormi tensioni di violenza che si formeranno in seguito all'accumulazione negli spazi urbani di milioni di persone che non hanno nie11te da fare. Un secondo problema riguarda la natura e la forma delle città, che sono nate come centri di attività produttive e commerciali e che stanno sperimentando nuove impreviste tensioni sia per la continua immigrazione dalle zone povere, circostanti o lontane, sia per il cambiamento della struttura demografica. Le conquiste della n1edicina, infatti, hanno permesso un allungamento della vita media dell'uomo e una diminuzione della mortalità infantile; come conseguenza è aumentato il numero delle 98 Bib~iotecaginobianco

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