Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

Ermanno Corsi nella DC la corrente di « Iniziativa democratica » (fanfani, Taviani), che ha sempre manifestato ostilità per Piccioni e per i centristi. A destra, monarchici e missini si dichiarano pronti a sostenere 1.1n governo monocolore dc, non caratterizzato politicamente, che si occupi soltanto dei bilanci. Nel PNM c'è la solita divaricazione tra Lauro e Covelli. Il primo vuole solo qualche contropartita che rafforzi il suo potere clientelare a Napoli. Il secondo vuole un regolare negoziato politico. Tra i partiti minori del « centro democratico», i liberali si pronunciano subito contro il monocolore. Pro·spettano anche una ipotesi DCPLI con astensione dei monarchici, ma poi la Direzione e i Gruppi si pronunciano per un governo di coalizione democratica, per lo meno con la partecipazione di alcuni degli antichi alleati (PLI, PRI) e l'~ppoggio di chi dovesse rimanerne fuori (PSDI) 5 • Questa è soprattutto la tesi del segretario Villabruna e d·el presidente del partito e capogruppo alla Camera Raffaele De ·Caro. Il PRI non mostra di avere problemi di partecipazione al Governo. È solo preoccupato di assicurare aln1eno la continuità amministrativa dello Stato. In campo repubblicano si registra una isolata iniziativa di Pacciardi, il quale sollecita Saragat a non insistere nell'operazione Nenni. « Non si può mettere il Governo nelle mani di Togliatti », afferma. Saragat, al contrario, ritiene che l'insuccesso di De Gasperi abbia creato, anche psicologicamente, l'occasione per spingere •più a for1do la ricerca di un « equilibrio più avanzato », cioè l'avvicinamento del PSI all'area go,vemativa, prima come appoggio esterno e poi come assunzione diretta di responsabilità. Saragat svolge 1.1naintensa azione mediatrice tra Gonella e Nenni, fa pressioni su Einaudi e su Piccioni. Il suo « no » alla riesumazione del quadripartito o ad un esperimento monocolore, è categorico·. Questa linea di condotta viene ratificata alla unanimità dalla Direzione socialdemocratica, la quale chiede « it1ia chiara e leale apertura verso sinistra ». « Il pericolo maggiore della attuale situazione » - rileva la Direzione del PSDI - « è costituito dall'irrigidimen.to centris Alcuni osservatori assu1nono atteggia1nenti rabbiosi e sprezzanti verso la classe politica che non risolve la crisi e, in particolare, verso i partiti minori di centro che non si lasciano agganciare da11a DC. Giovanni Ansaldo, su « Il Mattino ,>, scrive: « I deputati dei partiti minori di centro sono stati mandati alla Camera da .elettori i quali volevano chiaramente e ferman1ente una cosa: che essi collaborassero a costruire un Governo di centro, insien1e alla DC. Sissignori. Questo volevano quei milioni di galantuomini i quali, il 7 giugno scorso, votarono - tanto per fare qualche nome -- per i signori Cortese e Villabruna, liberali, per i signori Saragat e Vigorelli, socialdemocratici, per i signori Macrelli e La Malfa, repubblicani. Questo volevano: che i soprannominati signori andassero alla Camera per controllare la DC, per contenere la DC, per vigilare la DC; ma, prima di tutto, per fare blocco con la DC ». 88 Bibiio~ecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==