Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

, Il PCI scopre l'Europa quello francese. Segno, qt1esto, che il « blocco » comunista operante nell'Europa occidentale è rimasto, dopo venti anni di opposizione, scompaginato e battuto dall'Europa con11tnitaria, tanto da doversi dividere, sui temi del proprio internazionalismo e della propria comune strategia sovranazionale. Ma non è per contare morti, feriti e dispersi nel campo avversario che si discute il convegno comunista sull'Europa. La sua importanza è diretta, non riflessa, e va direttamente valutata. L'obbiettivo principale del convegno è stato definito con brevi parole da Giorgio Amendola all'inizio della sua relazione introduttiva: « l'Italia - ha detto - è attualmente paese membro della Comunità economica europea. I comunisti che votarono contro i trattati di Roma, nella consapevolezza della loro responsabilità di partito di goverrio, clie si fa carico dei problenii nazionali, dichiarano di non proporsi l'obbiettivo di una rottura dei trattati di Ro1na, ma quello di una loro revisione, per realizzare una trasformazione democratica della comunità». Gli elementi essenziali di questa dichiarazione sono individuabili chiaramente: 1) il partito comunista è partito di governo (non al né del governo; la fraseologia di Amendola ricorda alcune delle formulazioni usate all'ultin10 congresso repubblicano); 2) in quanto tale è un partito di riforma, della società nazionale come delle istituzioni europee; 3) in questa sua realtà di forza non più in contrasto e in cieca contrapposizione, vuole operare all'interno e non più all'esterno della realtà politica .europea; 4) questa decisione di realismo sul terreno concreto dell'Europa si articolerà in ulteriore « offerta» di modernità e di « attualità» all'opi~ione pubblica italia11a per ottenerne nuovi suffragi e nuove investiture. Il PCI, dunque, da partito della più ottusa contrapposizione all'Europa, a partito della riforma e della democratizzazione delle istit11zioni europee. Il salto, francamente, è grande. Vogliamo far credito al PCI della seria intenzi_one di effettuarlo; non possiamo non rilevare che si è concluso con una caduta fuori pedana. Muoviamo dall'analisi delle indicazioni malgrado tutto positive contenute nel convegno. Sono essenzialmente indicazioni autocritiche, ma non per questo meno interessanti. C'è, come già si diceva, il superamento del dogmatico steccato dietro il quale si attardano altre.forze comuniste europee filo~sovietiche (il PCF, ma anche i comunisti belgi e quelli bri_tannici, per poca cosa che siano), c'è l'ammissione che la .realtà politica e strutturale dell'Europa occidentale è, per così dire, storicamente « data » e non « imposta » dal 7 Bibiiotecaginobianco -

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