Antonino de Arcangelis a quello raggiunto d·alle popolazioni settentrionalt e quindi un uguale livello di rendimento comporta per i meridionali uno sforzo proporzionalmente maggiore. E c'è da chiedersi, a questo punto, cosa rappresentino i risultati spesso eccezion.ali ottenuti dai lavoratori meridionali, a detta degli stessi imprenditori del Nord, cosa significhi di compensazione volitiva dell'emigrato sugli handicaps strutturali che poten~ialmente ne pregiudicano l'efficienza, quanto meno in confronto ai lavoratori del Nord che quegli handicaps non hanno do,vuto superare! A tutt'oggi il discorso sulla razionalizzazione dei consumi ·primari dei meridionali è ancora tutto da fare. Bisogna convincersi che l'impegno e l'i11tervento non si possono limitare al settore ,produttivo, e che occorre portare avanti il discorso sugli equilibri fra reddito e consumi individuali. È un discorso che peraltro dovrebbe riflettere una maggiore attenzione di legislatori accorti verso i problemi dell'infanzia e dell'adolescenza, che poi sono i problemi degli italiani di d·omani. Problemi dunque co·muni alle generazioni che resteranno là •dove sono nate, quando avranno raggiunto l'età della « ragione » - o meglio l"età del lavoro inteso come ragion d'essere, anzi di· sopravvivere - ed a quelle che saranno costrette ad andare altrove (se ancora dovessero trovarsi nella necessità di farlo). ANTONINO DE ARCANGELIS ' 70 Biblrotecaginobi~nco
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