Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

,., Argomenti all'adeguamento delle retrib11zioni, è un elemento che porta all'elevamento del teno·re di vita dei cittadini e, con esso, ad un aumento dei consumi alimentari. Tuttavia questo non significa attuare una politica alimentare. Per attuare una politica alime11tare occorre, prima di ogni cosa, che tutti coloro cui spetta, ad ogni livello, prendere decisioni e dare direttive, abbiano piena conoscenza e coscienza della funzio·ne di una sana alimentazione delle popo,lazioni; e ciò non in maniera semplicistica, del fatto, ovvio, che l'uomo senza cibo non può vivere, bensì della nozione scientifica della funzione bio1 logica dell'alimento, della sua rispondenza a ·precise leggi che deb,bono essere conosciute e ris·pettate in tutti i corollari che ne derivano di ordine biologico, economico·, sociale e quin,di politico ». È come se si pretendesse di risolvere una crisi edilizia, dovuta al mancato rispetto dei canoni della scienza delle costruzioni, con un aumento d·el credito alle imprese. Basta verificare le differenze dei consumi alimentari in Italia, a livello territoriale, per rendersi conto che, in effetti, il miglioramento del livello di reddito· pro-capite nelle regioni meridionali e nelle Isole si è risolto, per quanto riguarda il 40% -dei consumi privati - che· sono·, come si è detto, quelli alimentari - in un incremento d·elle tendenze tradizionali, strettamente legate alla condizione di sottosviluppo; il che, del resto, vista la assol11ta mancanza di qualsivoglia iniziativa per diffondere una migliore conoscenza di una nutrizione razionale, non può assolutamente meravigliare. E, persistendo quella mancanza di iniziative, sono da ritenersi estremamente fondate le previsioni statistiche della Cao-Pinna 2 che già nel 1962 davano per ostinato, almeno fino al 1975, il divario nutritivo fra Nord e Sud. Anzi tali previsioni - già poco favorevoli - risultano oggi ottimistiche, sia dal punto di vista quantitativo, ossia calorico, sia da quello qualitativo, ossia corrispondente alla razione di proteine a11imali pro-capite. Infatti, mentre la Cao-Pinna prevedeva una razione pro-capite di 3.043 calorie nel 1965, tale razione risulta ancora, nel 1967-68, di 2.890; e, per quanto si riferisce alla qualità della dieta, n1entre l'autrice citata ·prevedeva 37 grammi pro-capite di proteine animali nel 1965, tale livello è· stato raggiunto soltanto nel 1967-68. È facile com,prendere co,me q11esto ritardo - notevole in riferimento a previsioni già allarmanti - si sia risolto in maggior danno nutritivo per le popolazioni a reddito più basso 1 , e cioè quelle del Mezzogiorno e delle Isole. • Il divario nutritivo• tra Nord e Sud non rispecchia soltanto il divario tra le disponibilità econo·miche, ma si traduce in un grave impedimento al « riscatto » organico del « meridionale-medio » nei confro,nti dell'impe2 V. CAo-PINNA, Le prospettive dei consumi alimentari in Italia, Ed. Giuffrè, 1962. 67 Bibiiotecaginobianco

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