, Argomenti che i paesi in via di sviluppo, finora praticamente emarginati dalle decisioni politiche del Fondo, ne trarrebbero un vantaggio, perché, detenendo il 17% delle riserve tradizionali, entrano nella contabilità· speciale con il 21,7%; quindi anche la loro posizione verrebbe rinvigorita. Restano ovviamente i grossi problemi del riallineamento differenziato d·elle parità delle varie monete (con la netta o·pposizio1.1eall'intendimento degli Stati Uniti di una rivalutazione delle sole monete europee) e della sovratassa, I due problemi so,no, come si è accennato, collegati, perché sembra evidente che la sovratassa non è altro che uno strumento di pressione nei co11fronti degli altri paesi industrializzati per ottenere quello cui gli USA sembrano attribuire la maggiore importan•- za: la rivalutazione delle altre monete. È evidente che se l'accettazione del principio della rivalutazione potrebbe essere considerato un gro,sso passo innanzi, non significherebbe però un avvicinamento sostanziale alla soluzione della crisi internazionale. Sarà al momento di decidere « di quanto rivalutare » che ogni paese scatenerà l'offensiva, poiché allora sarà chiaro in quale misura ciascuno Stato collaborerà alla riduzione de~ deficit degli Stati Uniti; e in quel momento dovrà entrare in gioco anche la considerazione che il commercio dei singoli partecipanti alla CEE è tale per cui è forse più importante lo scambio intracomunitario che quello extracomunitario. In seguito al maremoto i11ternazionale i paesi della CEE si sono ritrovati, malgrado alcune differenze, su posizioni sostanzialmente simili nel dover affrontare i problemi monetari; e sarebbe inopportuno non ap,profittare di questa circostanza favorevole per riprendere costruttivamente la discussione dell'unificazione europea. Entro certi limiti, cioè, l'attuale situazione di disagio nel commercio internazio,nale può trovare una parziale contropartita nel fatto che la fissazione di r1uove parità più rispondenti allo stato delle economie d·ei Sei potrebbe permettere la creazione di basi più solide di quelle esistenti un anno fa, all'epoca della formulazione del Piano Werner, per la costruzione dell'Europa 1nonetaria. FABIO NERI 63 Bibiiotecaginobianco
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