Editoriale deterioramento della situazione politica del paese, con grave pregiudizio delle residue possibilità di recuperare le condizioni della stabilità politica e dell' equ.ilibrio dernocratico, dobbiamo però fissare ben chiaramente il quadro econ.omico e sociale che sta davanti a noi; e renderci conto della gravità dei pericoli di collasso e di sconquasso che incombono sulla nostra democrazia. Certo, la scadenza delle elezioni presidenziali ha la sua importanza; e per quanto concerne l'intreccio delle trattative per evitare il referendum contro il divorzio, non saremo certo noi a sottovalutarne l'interesse politico: ma l'uno e l'altro non esauriscono la nostra attenzione di osservatori, né la nostra ansia per il prossimo futuro del paese, perché sono i problemi economici e finanziari che oggi più che mai si configurano carne il banco di prova della nostra democrazia e in particolare dei partiti democratici che concorrono a f armare la maggioranza di centro-sinistra. L'impegno di affrontare coerentemente i problemi di una crisi di congiuntura che sta degenerando in crisi di struttura dell'economia italiana non può essere eluso, e nemmeno rinviato, se si vuole che i disoccupati diminuiscano e non aumentino, come già vanno aumentando ( e non solo nel Sud). È un impegno che si richiede anzitutto ai partiti di centro-sinistra, ma la cui importanza ed urgenza sembra sia stata finora sottovalutata proprio da questi partiti (con la sola eccezione dei repitbblicani). D'altra parte, il pericolo di un ulteriore e forse irrimediabile deterioramento del quadro economico e sociale che sta davanti a noi si accompagna al pericolo di uno sbandamento a destra del ceto medio, e non soltanto del ceto medio. I sintomi di questo sbandamento sono già riconoscibili nei risultati elettorali del 13 giugn,o 1971; e sono riconoscibili, altresz, nel clima di sempre più morbosa radicalizzazione politica che, nelle scuole e nelle università, incrementa la circolazione di tossine fasciste. Ora, se si vitale fronteggiare questo pericolo, per un verso si deve fronteggiare l'altro e creare le condizioni di un'effettiva ripresa dello sviluppo economico; e per un altro verso si deve prendere coscienza degli errori che i democratici si sono ostinati a commettere. Fra questi errori, ve ne sono che hanno provocato situazioni molto minacciose e con le quali siamo ora chiamati a fare i conti per evitare che ne derivino contraccolpi tali da indebolire irrimediabilmente la capacità della democrazia repubblicana di crescere, o magari soltanto di durare: la « liberalizzazione » degli accessi all'università, per esempio, è stata realizzata in modo quanto mai enfatico e grossolano, improvvisato ed imprevidente; onde la dequalificazione delle lauree e la disoccupazione dei laureati. 4 Bibli0~ecaginobianco
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