Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

• Fabio Neri prima quin·dicina d'agosto a rivalutazioni di fatto delle loro monete del .. l'ordine del1'8% e del 5%. Tali. decisioni, prese per far fronte alla speculazione internazionale, mettevano a nudo la debolezza intrinseca del Piano e costringevano ad accantonare per il mo·mento ogni idea di unificazione monetaria. Ci si scontrava cioè con il fatto che una unificazione del genere è una conseguenza dell'unificazione politica: nel decidere un'effettiva unificazione monetaria le autorità nazionali abdicano ad una grossa fetta del loro potere, ed è ovvio che tale potere deve passare necessariamente ad un'autorità sopranazionale che consideri le esigenze dei singoli paesi come aspetti diversi di una stessa problematica. Entro certi limiti, quindi, la successiva decisio·ne di Nixon del 15 agosto, ponend·o in discussione addirittura il contesto- mondiale in cui doveva operare la CEE per giungere al.l'unificazione, permetteva alle autorità europee, ed in -partico1are a quell'organo tecnico che è il Comitato .monetario, di rilan.ciare, con alc11ne concessioni alla riuova situazione, le proposte del Piano. Il 18 agosto infatti, a soli tre giorni dalle dichiarazioni di Nixon, il Comitato mo1 netario proponeva: 1) una fluttuazio-ne limitata, rispetto al dollaro, delle monete dei paesi membri usate per le transazioni commerciali; 2) una fluttuazione libera per le operazioni finanziarie; 3) una fissazione di nuove parità monetarie fra i Sei e l'ampliamento dei margini ·di fluttuazione tra le sei monete ed il dollaro; 4) l'istituzione di un fondo di stabilizzazione dei cambi, gestito su base co·munitaria, per il 1nantenimento 1 delle fluttuazioni entro i limiti. Cosa c'era di diverso dal Piano \Verner? Il fondo di stabilizzazione era già previsto, l'amplian1ento dei 1nargini di fluttuazione fra le sei monete ed il d·ollaro rientrava in quel principio di differenziazio·ne fra la fascia intracomunitaria e quella extracomunitaria, la limitazione delle fluttuazioni delle monete rispetto al dollaro per le transazioni commerciali equivaleva a una difesa, per quanto· possibile, del regime di cambi fissi poiché la speculazione veniva indirizzata su di un altro mercato interessato alle sole operazioni finanziarie. L'unica novità appariva nella prima parte del terzo punto, anche se era una novità solo apparente. Cosa sta a ,significare la fissazione di nuove parità se non il desid•erio di tornare alla situazio•ne esistente prima della decisione di far fluttuare il marco? Anzi,. ed è un p•unto che verrà ripreso più avanti, un riequilibrio dei livelli di cambio· non poteva che fornire una più solida piattaforn1a di partenza per l'unificazione monetaria europea. Occorreva però che tali pro·poste fossero· ap56 Bibiiot~caginobianco

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