Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

I « Progetti» e «Programmi» per il Mezzogiorno dei molti centri di provincia del Mezzogiorno. L'alternativa dell'emigrazione è stata ed è costituita prevalentemente dall'occupazione nel pubblico impiego o dalla sottoccupazione nei servizi di interm.ediazione che si sono venuti a mano a mano patologican1ente gonfiando .. Si sono ingrossate, q11indi, le file della piccola borghesia meridionale, sia di quella che 11a trovato impiego, sia di quella che non lo ha trovato (e si tratta prevalentemente di giovani in cerca di prima occupazione), masse oscillanti tra il tradizionale qualunquismo e la rivolta. In questa situazione sono venute rnaturando - come è stato da molti avvertito - gli avvenimenti calabresi, abruzzesi e campani. Di qui la necessità di impostare la questione dello sviluppo delle regioni meridionali in termini non meramente tecnici, ma politici. Si ·tratta, in altri termini, di riconoscere oggi alla questione urbana del Mezzogiorno lo stesso valore politico che fino a ieri ha avuto la questione contadina e di individuare, in modo coerente, una serie di obiettivi su cui far convergere l'attenzione ed i programmi delle forze riformiste e democratiche. Il primo punto da acquisire è che oggi nel Mezzogiorno l'obiettivo della piena occupazione è tutt'ora la condizione pregiudiziale per una crescita democratica delle popolazioni meridionali. Bisogna, però, tener presente che un intervento in tale direzione non deve riguardare, almeno in modo esclusivo, le popolazioni contadine in cerca di occupazioni alternative e comunque meglio retribuite, ma prevalentemente le grandi sacche di sottoccupazione terziaria di piccola e media borghesia e di sottoproletariato urbano antico e recente, di Napoli e Palermo, ad esempio, ma anche di Reggio Calabria o di Potenza. Un Mezzogiorno senza contadini può anche esistere; certamente non può a lungo continuare a sopravvivere un Mezzogiorno senza operai. Piena occu.pazione, quindi, da conseguirsi attraverso l'industria e l'industrializzazione. E poiché l'industrializzazione va finalizzata ad. una crescita coerente ed armonica del tessuto urbano meridionale, esiste un secondo obiettivo di ca-- rattere generale: un assetto del territorio che respinga il criterio dell'industria comunque e dovunque. Non vi è dubbio che, almeno in linea di principio, tutto lo schieramento dei partiti riformisti ed anche dei sir1.dacati trova un punto di contatto e di convergenza su questi due obiettivi. Convergenza che però diventa divergenza, o meglio può, e comunque rischia di diventarlo, quando ·si va a misurare la quantità e qualità d'impegno che, nei confronti del conseguimento degli obiettivi ricordati, 39 Bibiiotecaginobianco

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