Giulio Picciotti per ulteriori emendamenti. Nessun impegno, in~ne, veniva assunto sul Referendum. Nel frattempo Gabrio Lombardi veniva ricevuto in Vaticano, da n1ons. Benelli, sostituto alla Segreteria di Stato. Si arrivava così alla riunione degli esponenti laici, il 1 ° dicembre. Reale dichiarava che i repL1bblicani, in assenza di una precisa assunzione di responsabilità della DC, pur confermando il loro consenso al testo concordato, non aderivano alla presentazione di questo in Parlamento; e abbandonava la riunione. Lasciando la sede dell'incontro, gli altri esponenti laici dichiaravano che gli organi dei rispettivi partiti sarebbero stati investiti del problema della presentazione del progetto in Parlamento. Anche la dichiarazione di Bufalini non lasciava presagire quanto sarebbe avvenuto a poche ore di distanza. Siamo all'ultimo atto: il 2 dicembre la senatrice Carettoni, del gruppo della « sinistra indipendente », prendeva l'iniziativa « autonoma » di presentare il progetto di legge al Senato; nel pomeriggio la Direzione del PCI clichiarava di « associare il gruppo comunista alla presentazione d'ella legge » e auspicava che il progetto « con atto unitario o comunque concordato, sia presentato al più presto anche alla Camera». Le Direzioni degli altri partiti dovevano ancora riunirsi, erano state ignorate, scavalcate, con un atto che rompeva di per sé l'unità del fronte laico. Era in rapporto tutto questo con la quèstione della Presidenza della Repubblica? I comunisti continL1avano a negarlo, ma il segretario del PSIUP, Valori, dichiarava: « 110n è escluso che l'accettazione definitiva della candidatura socialista possa essere condizionata dall'avvenuta firma della proposta di legge ». Ma se pressioni venivano esercitate sui socialisti, in posizione non diversa erano i liberali rispetto al mondo democristiano: l'on. Malagodi aveva scelto proprio quei giorni per rinnovare alla DC, in modo ben più aperto che nel passato, la sua proposta di collaborazione. I partiti socialista e liberale uscivano dalla vicenda con una polemica aperta al loro interno. Mentre i « socialisti indipendenti » e di « Unità proletaria » avevano dato, durante tutto lo sviluppo della polemica, il più.zelante appoggio alla posizione comunista, i gruppi facenti capo al « Manifesto » mettevano in evidenza le contraddizioni del PCI. La DC rimaneva unita: gli integralisti accanto alle sinistre, le quali, su altri temi sempre così effervescenti e scoperte, sul divorzio non avevano rotto l'allineamento. In una posizione ardua, ma coerente, rimaneva il mondo della cultura laica e con esso i repubblicani. 36 Bibirotecaginobia.nco
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