Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

I partiti tra il divorzio e il re/ erendum stazione data fino a quel punto dalle riunioni degli esponenti dei partiti laici, era stata raccolta dalla DC per superare, non certo con una posizione di chiarezza, le difficoltà interne. Sulla scia del PCI si lanciava il PSIUP, che in una dichiarazione di Ceravolo affermava che il « confronto » tra DC e forze laiche avrebbe dovuto « essere continuato ». I socialisti apparivano al loro interno divisi. I socialdemocratici due giorni più tardi si pronunciavano per un rinvio di tutta la questione. La DC non si sentiva unita, e quindi capace di portare avanti il discorso con i partiti laici alla vigilia della sospensione dei lavori ordinari della Camera e del Senato per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica: era ancora il missus dominicus Cossiga a informarne gli esponenti dei partiti divorzisti. Risultò così un eccesso di buona volontà la consegna da parte dell'on. Bozzi, il 26 novembre, al delegato della segreteria d.c., Cossiga, dello schema della nuova proposta di legge, in 28 articoli, elaborato dagli esponenti dei partiti laici. Le uniche riserve sollevate nella riunione, del 25 novembre, degli esponenti laici furono quelle del repubblicano Reale, il quale fece presente come il gruppo parlamentare del suo partito si fosse dichiarato, il giorno prima, contrario ad una prosecuzione dell'iniziativa, essendo mancata una chiara risposta da parte democristiana. Ma sembrò in quella riunione che un atto formale di consegna del progetto elaborato alla segreteria democristiana avrebbe potuto facilitare una risposta, e l'esponente repubblicano, mantenendo ferme le valutazioni del suo partito, aderì all'iniziativa ma senza illusioni. I giorni seguenti la risposta tardava e la stessa « Unità » il 28 novembre, in un articolo del sen. Bufalini, scriveva: « Noi chiediamo una più chiara risposta alla DC ». « In tutto questo periodo - aggiungeva il quotidiano del PCI - nelle posizioni della DC si sono avute ambiguità. Da ciò innanzitutto sono stati causati i ritardi, ed un clima di confusione». Ma l'editoriale de « Il Popolo» dello stesso giorno escludeva che la DC potesse andare più in là di quanto affermato, con voto unanime, nell'ultima riunione di Direzione. Anzi si diceva sicuro che i partiti laici non avessero presentato alla DC lo schema di nuova legge sul divorzio « in termini ultimativi». E insisteva sul confronto che, a suo avviso, avrebbe dovuto essere trasferito in Parlamento, dove la DC avrebbe dato tutto il proprio contributo 35 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==