, I partiti tra il divorzio e il referendum crazia cristiana di un minimo di ' garanzie ' prima della revisione del divorzio - rilevava l'editoriale del « Corriere della Sera» del 21 novembre - è più cfte comprensibile. Il sacrificio che le forze laiche nel loro insieme affrontano non è piccolo ... Senonché la DC, alla prova dei fatti, appare più divisa e più incerta che mai. Il timore della guerra di religione è bilanciato da quello, non illegittimo, di regalare una grossa fetta di elettorato cattolico alla destra missina o filomissina. Andreotti, che è il capo dei deputati dc, nega addirittura che esistano trattative o negoziati impegnativi per la DC ( è chiaro che nessuno chiederebbe ai democristiani di votare per il divorzio, ma è altrettanto chiaro che senza un ' agreement ' preventivo col partito cattolico è perfettamente inutile andare avanti su itna strada, che implica per i laici sacrifici non piccoli). A questo punto tutto è sospeso. Le forze laiche C'hiedono, e. con ragione, un chiarimento pregiudiziale alla DC ». Una presa di posizione netta venne da La Malfa, segretario del PRI, in un'i11tervista a « Il Mondo »: « Per quel che riguarda il PRI, esso ha affermato che, senza una decisione politica della ·ne secondo la quale le nzodifiche che s'intende apportare sono per lei soddisfacenti e tali da 11-onrendere necessario il ricorso al ref erendum, non può dare il suo consenso finale alle modifiche concordate. Lo sforzo dei partiti laici non può che registrare uno sforzo convergente della DC, anche se i punti di partenza sono opposti. Senza di che, 11-ullasarebbe stato fatto o si farebbe ». Contempora11eamente si era riunita la Direzione del PCI e aveva approvato un documento di notevole arrendevolezza, e che lasciava aperti notevoli margini di equivoco. Infatti, mentre affermava che « spetta oggi alla DC cl1iarire le proprie posizioni », entrando nel merito dichiarava che « nessuno chiede alla DC di abbandonare le sue posizioni di principio; ciò che si chiede è che essa si impegni in un costruttivo confronto e dia il suo contributo nella sede parlamentare per itna nuova legge che, come risulta dalla linea ispiratrice dello schema elaborato dai partiti laici, renda l'istituto del divorzio meglio rispondente alle più larghe esigenze popolari ». Il documento ritornava più avanti sul « dialogo », che avrebbe dovuto essere « trasferito al più presto in sede parla1nentare ». « La volontà di giungere al dialogo, -che risponde ad una tendenza generale del PCI - commentò « La Voce Repubblicana» - rischia in tal modo di_strumentalizzare anche il tema del divorzio e farne oggetto di una ampia contrattazione in sede parlamentare, 33 Bibliotecaginobianco
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