Giulio Picciotti mente al partito di Berlinguer, tin1-oroso di una_ spaccatura verticale del suo elettorato e ansioso di bruciare le tappe della ' Repubblica concordataria ': il punto, cioè, di una ' renovatio ' della legge Fortuna-Baslini ». Secondo il settimanale della sinistra democristiana « Forze nuove», sostenitrice della candidatura dell'on. Moro al Quirinale, i comunisti sarebbero stati « indotti da un soave ricatto del gruppo dirigente della DC, disposto a rinunciare a cavalcare il referendum solo a patto di ottenere garanzie sulla presidenza ... l'inserimento di Fanfani al Quirinale ». Senonché le difficoltà erano nate dal non potere la segreteria d.c. impeg11are tutto il partito su quella garanzia, e dall'essere il partito tutt'altro che concorde su quella candidatura. Ma proprio l'analisi di questo groviglio, e delìe cause della tensione cattolici-laici sul divorzio, che il settimanale avanzava, finiva con il mettere a nudo responsabilità che investono un po' tutti: l'on. Moro per i suoi governi della scorsa legislatura, i presidenti del Co11siglio successivi, le varie segreterie di partito che si sono succedute, i gruppi parlamentari: « Tutta la vicenda del divorzio, dalla mancarzza di ogni previdenza per cui non si impostò in modo serio e tempestivamente una revisiorze del diritto di famiglia, sino alle discussioni e ai rinvii sul terreno proprio della legge sul divorzio; le tesi oltranziste e assurde sostenute in sede di Commissione affari costituzionali; tutto, insomma, prima e dopo il precipitoso con1-promesso Leone nell'ottobre del '70, ha dimostrato la preoccupaziotze dominante di ' coprirsi ' nei confronti delle gerarchie piuttosto che di operare con saggezza per evitare gli scontri ». Comunqt1e, una volta posta l'ipotesi di una modifica alla legge sul divorzio che, senza snaturarne i principi ispiratori, avrebbe potuto evitare il Referendum, i partiti laici vollero porre la DC di fronte ad una assunzio11e di responsabilità. Esponenti dei partiti che avevano approvato il divorzio si incontrarono il 15 novembre. 111quella sede i comunisti si mostrarono i più accomodanti verso le posizioni confessionali: essi sostennero una posizione di maggiore rilievo per il matrin1onio concordatario rispetto a quello civile,. e proposero che tra i motivi da far valere per il rinvio del divorzio figurassero esplicitamente i principi religiosi invocati da uno dei due coniugi. La proposta, che avrebbe introdotto nella legge una discriminante co11fessionale tra i cittadini, tra coloro che hanno contratto matrimonio civile e coloro che hanno scelto la forma concordataria, non fu accolta dagli esponenti degli altri par30 Bibiiotecaginobi~nco
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