Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

Giulio Picciotti siluro di Andreotti », defi11endo le tesi dell'esponente moderato d.c. « aberranti ». Comunque, sosteneva il PCI,· Andreotti non rappresentava la DC: la ricerca di un accordo poteva continuare. Da parte dei partiti di democrazia laica le proposte di Andreotti venivano immediatamente respinte: Reale per i repubblicani le definiva inaccettabili perché avrebbero introdotto una discriminazione incostituzionale tra i cittadini; Bozzi, per i liberali, rilevò l'assurdità di rimettere « la facoltà di scioglimento all'egoismo dei due coniugi, in realtà non più tali ». Frattanto, la polemica tra « Manifesto » e PCI aveva nuovi sviluppi relativi al divorzio e al Referendum. Dopo l'editoriale di Pintor, pubblicato sul « Manifesto » del 10 ottobre, nel quale il partito comunista veniva accusato di cedimento strumentale in funzione del « dialogo », il quotidiano del dissenso comunista avanzò delle rivelazioni sul seminario del PCI, che sarebbe stato indetto « per dare base ideologica all'incontro con la DC e il Vaticano ». Oltre a Bufalini, al seminario del 26 settembre alle Frattocchie aveva tenuto una conferenza .Tatò, stretto collaboratore di Berlinguer; la scelta, sostenne il « Manifesto », di un ex dirigente del partito della « sinistra cristiana » sorto nel primo dopoguerra « non è casuale »: essa risponde alla tendenza del PCI ad « u11a trattativa post-conciliare non solo tra PCI e DC ma, molto più in generale, tra PCI e Vaticano ». _ Dall'altra parte, i gruppi cattolici ir1tegralisti sferravano l'offensiva, con una forte pressione sulla DC. I Comitati Civici, che si erano ten11ti fino ad allora in posizione « coperta », accorrono in appoggio ai promotori del Referendun1: Luigi Gedda afferma che « nessuna procedura o sotterfugio sarà accettata per accettare il rinvio della consultazione popolare »; Gabrio Lombardi respinge anche la proposta Andreotti del « doppio regime »: solo l'abrogazione della legge farà desistere gli antidivorzisti dalla richiesta di Referendum. È a questo pu11to che il PCI ritiene di essersi troppo esposto e di aver troppo concesso pur di giungere ad una trattativa, senza peraltro ottenere alcun risultato. Bufalini, pronunciando un discorso a Roma il 25 ottobre, dato alle agenzie perché lo diramassero alla stampa, sostiene che la questione del Referendum deve essere risolta prima e « indipendentemente » dall'altra questione della candidatura al Quirinale. Ed Emanuele Macaluso su « Rinascita» scrive che per il PCI il presidente della Repubblica può 26 Biblrotecaginobi~nco •

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