•• r I I partiti tra il divorzio e il referendum del matrimonio e della famiglia nell' ordinaniento giuridico della Repubblica». « Non c'è da perdere te1npo - soggiungeva. Bufalini - è ormai vicina la scadenza dell'elezione del presidente della Repubblica ...- Se ciò no1i si facesse, sulle elezioni presidenziali graverebbe il problema del Referendum, reintroducendo inevitabiln1ente un eleme1ito di contrapposizione tra laici e cattolici ». Era stato l'on. Andreotti a sostenere che per la presidenza della Repubblica la DC avrebbe dovuto fornire la rosa dei candidati e· i partiti laici avrebbero dovuto operare la scelta. Questo avrebbe evitato al partito, secondo il capogruppo democristiano, di spaccarsi nella corsa al Quirinale. Comunque, rosa o no, la DC appariva decisa a portare al Quirinale un proprio uomo. Ora, lasciava comprendere Bufalini, il problema del Referendum, riproponendo la contrapposizione tra laici e cattolici vanificava ogni colloquio in questo se11so, e rendeva più difficile un accordo comune tra DC e PCI per la presidenza della Repubblica. Quindi il « colloquio », che da parte d.c. si desiderava, avrebbe dovuto iniziare col trovare un incontro per impedire il Referendum. I socialisti, da parte loro, lasciavano cadere la proposta Ballardini (oltre quella Scalfari, che aveva incontrato obiezioni non facilmente superabili) per seguire il PCI sulla strada del negoziato. Lo stesso 7 ottobre, nella relazione al Comitato Centrale del PSI l'on. Mancini affermava: « Nel recente Consiglio Nazionale della DC e anche dopo si sono sentite voci preoccupate e desider:ose di proporre incontri e confronti improntati a reciproca comprensione. Il PCI ha manifestato in modo aperto la propria. disponibilità attraverso ripetute prese di posizione responsabilmente poi riconf er1nate. Noi non possiamo in questa situazione ritenere che il nostro compito si sia esaurito con la presentazione delle proposte di legge giuste politicamente dei compagni Ballardini e Scalf ari. Abbiamo un'azione politica da compiere e a mio avviso - come ho già detto in direziorie - possiamo tranquillamente compierla in coerenza co1-zla linea che abbiamo seguìto anche al momento del voto al Senato. Sono convinto perciò - concludeva Mancini - che in questa fase il Partito può ufficialmente far conoscere la sua disponibilità per utili e urgenti incontri e confronti ». Ma era Andreotti l'interlocutore del PCI, o non piuttosto il capogruppo_ democristiano della Camera si era inserito in un colloquio, se non già: una trattativa, fissando punti irrecusabili per la DC, in modo da bloccare quel colloquio e quella trattativa? « Rinascita », nel numero successivo, intitolerà un articolo: « Il 25 Bibiiotecaginobianco
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