Giulio Picciotti rendum », udita una relazione di Gabrio Lombardi, emetteva un comunicato col quale si rivolgeva un severo richiamo a « chiunque collabori a iniziative tendenti a impedire la prima manifestazione costituzionale del diritto al Referendum ». Anche l'ex presidente del Consiglio Scelba, difenderà il Referendum: « non si comprendono le preoccupazioni » dirà in una intervista a « Gente », a commento del CN democristiano. Il disappunto dei comunisti non ebbe mezzi termini: Divorzio: ma vogliono trattare davvero?, è il . titolo dell'articolo di Alessandro Natta su « Rinascita», a commento del CN democristiano. Vi si apprezzava che nella DC si fosse « fatta strada la consapevolezza che il Ref ererLdum mette in gioco qualcosa di più rilevante che non sia il divorzio », e vi si apprezzava anche una frase dell'intervento di Andreotti; e nell'ansia dell'apertura di una trattativa si affermava che per la legge sul divorzio i comunisti sono « disposti a valutare quali ulteriori garanzie si possano stabilire per l'accertamento dell'irrimediabilità o meno della rottura, quando vi sia opposizione al divorzio da parte di uno dei due coniugi, quale tutela più sicura si debba offrire per l'avvenire dei figli ». Per una trattativa, ·concludeva Natta, « c'è l'urgenza dei tempi, ché occorre risolvere il problema prima che sopraggiunga l'elezione del presidente della Repubblica». . « Rinascita » era già diffusa nelle edicole quando « La Stampa » pubblicava un'intervista con Andreotti: il capogruppo cl.e. alla Camera fissava quali condizioni irrecusabili del negoziato quegli accenni che Forlani aveva fatto al CN e li definiva « la nostra proposta »: 1) dare facoltà al giudice di sospendere la procedura quando si rischi un grave danno ai figli in tenera età o invalidi; 2) migliore trattamento sul piano economico al coniuge più debole; 3) distinguere nelle conseguenze giuridiche il matrimonio civile da quello religioso. Quest'ultimo deve restare indissolubile, a meno che tutti e due i coniugi, per il fallimento dell'unione, chiedano una deroga. Aggiungeva Andreotti: « da parte nostra c'è la disponibilità a discutere, ma l'iniziativa deve partire da qualcuno del fronte cdivorzista ». E rivolto al PCI affermava possibile un dialogo diretto tra « due grandi partiti popolari con esperienze comuni ». Lo stesso giorno sull'« U11ità » appariva un articolo del sen. Bufalini, che proponeva di trasferire le norme del divorzio, già approvato dalla Camera, nella riforma del diritto di famiglia ancora in discussione in Parlamento: « Evitare il referendum; difendere e promuovere una nuova, libera, responsabile sistemazione 24 Bibliotecaginobianco
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