, , I partiti tra il divorzio e il referendum tico la precipua responsabilità di « indicare i mezzi, se ce ne sono, per impedire legittimamente (non con gli erronei espedienti di qualrhe proposta di legge di origine laica) che abbia luogo il refe'ren~ dum » richiesto da parte cattolica. · Altre manifestazioni laiche, ma di diverso tono, si svolgevano a Roma in Piazza Navona (un comizio «all'americana» fu definito dal « Corriere della Sera ») in cui l'on. Fortuna lanciava la proposta di una «costituente laica» da riunirsi.1'11 febbraio .1972; a Milano,· dove l'on. Scalfari sosteneva la sua proposta di lègge; e a Trieste, dove il segretario della LID, Marco Pannella, lanciava la battaglia per « sgretolare il fron.te dei credenti 'e dei nari credenti clericali e filoclericali che si è f armato a livello dei ·vertici politici per imporre una conferma del Concordato ». L'« Osservatore Romano della Domenica» in un editoriale del suo direttore Federico Alessandrini, di replica alle manifestazioni per il 20 settembre, dopo aver liquidato con poche battute gli episodi meno rilevanti, si rivolgeva ai liberali e ai repubblicani chiedendo su quale base si potesse chiedere ai cattolici ·una posizione meno intransigente sul divorzio. Mentre i liberali risponqevano con una dichiarazione del sen. B9zzi, la « Voce Repubblicana» replicava con un editoriale di Reale: « Certi dirigenti cattolici che si scandalizzano del nostro invito alla DC, si sentono tranquilli, ri- . . . fiutano le nostre preoccupazioni, se-,,ztono solo il desiderio di vendicare il 'vulnits' al Concordato, sono sicuri che il co11fiitto gioverà alla causa della religione, non fzanno occf?i per lq, gravità della situazione italiana 11ella qitale la battaglia per il Referendum si inserisce? ... A ognitno le sue respo11sabilità politiche e storiche ». A fine settembre, il 25, ci fu il Consiglio Nazionale _della DC. Il segretario on. Forlani, nella sua relazione di apertura, affermò che « il partito ha fatto il possibile per evitare che la richiesta di referendum divenisse ineluttabile » per cui la DC « non ha che da ribadire la costante linea di difesa del principi~ dell'indissolubilità del matrimonio ». Forlani enu~ciava quindi « alcuni difetti più evidenti» della legge, che secondo la DC manca di. un giudjzio di « colpa del coniuge nei confronti dèl quale viene· chiesto il divorzio », della considerazione del « coniuge abbando11ato », di un tribunale speciale della famiglia, composto da giudici non togati, cui demandare la materia mat;rimo11iale. Inoltre, aggiungeva il segretario cl.e., « ci si può domandare se non vi sia una prof onda differenza tra il matrimoniò religioso con ~ffetti civili e · il matri21 Bibiiotecaginobianco
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