Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

GitLlio Picciotti giungeva padre Lener - anche in sede di crona~a, che questa sentenza non ci amareggia come cattolici, ma come italiani, mentre come giuristi abituati a rispettare ogni opinione oggettivamente motivata, non potrebbe deluderci di più. Sappia1no bene che le sentenze che decidono negativamente una questione di illegittimità costituzionale non ' fanno stato ', non precludono cioè la proposizione - per altri motivi nello stesso giudizio e pure per gli stessi motivi in giudizi diversi - della stessa questione. C'è da augurarsi pertanto che con più profondo ed adeguato esa1ne la Corte costituzionale voglia rivedere questa prima e troppo precipitata sua decisione ». Il 1 ° luglio, nella relazione al Co1nitato Centrale del PCI, il vice segretario Berlinguer affermava: « noi abbiamo fatto di tutto per evitare il co11fiitto. Vogliamo ancora fare di tutto perché sia possibile evitarlo. Ma se ciò sarà reso impossibile, se alla battaglia si arriverà, la combatteremo co11 tutto il nostro impegno, affinché si concluda con la vittoria)}. Berlinguer lamentava poi che mentre in un primo momento « se1nbrava che negli stessi rapporti col vertice della Chiesa, f asse possibile individuare il terreno della revisione del Concordato come il più adatto a superare la stessa questione del divorzio », la sopravvenuta richiesta di Referendum rischiava di creare « un clima sfavorevole allo svolgimento della trattativa ». Cosa significava in concreto l'affermazione di Berlinguer: « vogliamo ancora fare di tutto » per evitare il Referendum? Il vice segretario del PCI aveva individuato il terreno della revisione del Concordato, ma questa avrebbe sig11ificato la rimessa in discussione del divorzio?· E ancora, come il proposito del PCI si sarebbe venuto a collocare i11 rapporto alle forze interne alla DC? E in quale correlazione sarebbe stato posto il problema Referendum, all'interno della strategia del PCI, rispetto alla scadenza dell'elezione presidenziale in dicembre? Gli interventi in quel dibattito al Comitato Centrale misero in luce una fondamentale incertezza su tutti questi punti. Lucio Lombardo Radice affermò che esistevano limiti ben precisi alla trattativa: « la vera contrapposizione - disse - è oggi tra coloro che vogliono conservare l'introduzione del divorzio e quelli che la ·vogliono abrogare ». Ma la voce di Lombardo Radice rimase isolata. Adriana Seroni, responsabile del movimento femminile, sostenne 16 Bibiiotecaginobia_nco

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