Ennio Ceccarini L'Europa politica, infatti, che il PCI h~ mostrato di concepire e su cui ha esercitato qualche sforzo di definizione in più, sarebbe, sempre per dirla con Amendola, « l'Europa che abbiamo studiato a scuola, tutta l'Europa, come è delimitata dai suoi confini geografici, dall'Atlantico agli Urali, dal Mare del Nord al Mediterraneo ». E se1npre Amendola 110n ha recitato questa definizione come ammiccante utopia libresca bensì come possibile obbiettivo politico a medio termine, i cui passi intermedi sarebbero rappresentati dall'avvio di una più stretta cooperazione tra CEE e COMECON e dalla conclusione, dopo l'omonin1a co11ferenza, di un patto sulla sicurezza europea. È stato rilevato giustamente che se nel periodo del cieco rifiuto comunista dell'Europa, questa visione poteva far sorridere o poteva essere liquidata con la meritata accusa di demagogia, oggi che il PCI intende porsi sul terreno di un dialogo concreto sulle « cose europee », non fa neppure più s9rridere, poiché rappresenta una fuga nell'astrazione dopo il riconoscimento della realtà di quelle cose. Si tratta insomma di un vizio ben duro ad estirparsi, ma contro il quale converrà spendere qualche dimostrazione ulteriore. Amendola parla di una cooperazione tra CEE e COMECON, come premessa ad una superiore integrazione di tutta l'Europa che « abbiamo studiato a scuola»: bene, risolva allora il problema che gli sottopone in un, come sempre, lucido editoriale di « Europe », Emanuele Gazzo: « questa cooperazione - scrive Gazzo sulla agenzia citata, del 23 novembre - esigerebbe, per essere veramente totale, che i prodotti provenienti dal Mercato comune potessero essere importati e venduti in ciascun paese membro del COMECON, come se fossero originari di un altro paese dello stesso COMECON, o almeno in condizioni comparabili. Basta formulare questa ipotesi per rendersi conto che essa appartiene al regno dell'utopia ». In effetti l'URSS 110n potrebbe tollerare un rapporto di armonizzazione delle condizioni di mercato tra MEC e COMECON, perché salterebbe in aria, in poche battute, tutto il suo impero economico. Ma allora di quale cooperazione dobbiamo parlare, visto che quella su base paritetica, per necessità oggettive interne al sistema sovietico, non è proponibile? Ed ancora: Amendola propone l'elezione a suffragio diretto del Parlamento europeo. Ma come dovrebbe essere eletto e, per conseguenza, quale carattere democratico dovrebbe avere l'istituzione politica prima dell'Europa unita vagheggiata dal PCI? Non è una domanda provocatoria né comiziesca. Si tratta semplicemente di porre 10 Bibiio.tecaginobia.nco
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