Pella e il Governo dell'Assunta verno. Si rimprovera a Pella di aver preso d·ecisioni da « presidente politico», di essersi spinto molto al di là del suo mandato tecnico-amministrativo. Si teme che l'atteggiamento di indipendenza da lui assunto verso gli Alleati, possa avere gravi conseguenze, o produrre una lacerazione, nei rapporti italo-americani. Infine la DC 12 teme che Pella voglia mettere in discussione il principio, generalmente riconosciuto, del controllo del partito sugli orientamenti del Governo e che cerchi di utilizzare la politica estera ai fini della st1a stabilizzazione. In compenso, monarchici. e missini a•pprezzano la di.fesa dei « valori nazionali » fatta da Pella e mettono a disposizione del Governo i loro gruppi parlamentari. Sono convinti che, operando la saldatura tra Governo e partiti di destra, per un lungo .periodo non si parlerà più di riedizione del quadripartito, o •di apertura a sinistra. Ma proprio questa ipotesi terrorizza i dirigenti della DC, che dalla sopravvivenza del Governo Pella vedono compromesse le prospettive di un dialogo con i partiti democratici al fine della costituzione di una nuova maggioranza. Nella Democrazia Cristiana, oltre a quella tradizionale delle sinistre, cresce l'ostilità verso il Governo Pella della corrente centrista, che è la più forte. Uno dei leaders di questa corrente, l'on. Mario Scelba, in un discorso a Novara sferra un violento attacco a Pella. « Il paese », dice, « ha bisogno di avere un Governo idoneo a fronteggiare la situazione interna e internazionale, diventate n1olto critiche, specie dopo i fatti sanguinosi avvenuti a Trieste; e il Governo Pella non dà alcuria garanzia di sapere e potere essere all'altezza del compito ». Tra la fine di dicembre ed i primi di gennaio 1954, il presidente del Consiglio ha più di una occasione per comprendere che ormai la DC considera il suo Governo « un Governo amico », anziché una sua diretta espressione. Tra partito e Governo si è frapposta una barriera di incomprensioni, di equivoci e di sospetti. Pella - nell'intento di tonificare il Gabinetto e di assicurargli una più efficiente capacità di iniziativa politica - annuncia un rimpasto. Nel quadro degli spostamenti, l'on. Aldisio, un conservatore democristiano sostenuto dai 1nonarchici, dovrebbe sostituire Rocco Salomone al Ministero dell'Agricoltura e Foreste. È il prezzo che Pella deve pagare all'appoggio parlamentare d·ei mo11archici ed è la scappatoia per evitare ,di imbarcare direttamente nel 12 Segretario è ora Alcide De Gasperi. È stato eletto alla fine del settembre 1953 dal Consiglio nazionale riunitosi per pronunciarsi sulla soluzione della crisi ministeriaìe e per nominare il successore del dimissionario Gonella. L'elezione di De Gasperi fu contrastata. Su 74 votanti, lo statista trentino ottenne 49 voti a favore. Le schede bianche furono 25 (quelle dei sindacalisti che facevano capo a Giulio Pastore). 101 Bibliotecaginobianco
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