Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

Ermanno Corsi Alle frontiere orientali la tensione diventa fqrtissima. Gli alleati sono tra due fuochi: l'Italia da una parte e la Jugoslavia dall'altra. Manifestazioni di ostilità contro le ambasciate inglesi e americane hanno luogo contemporaneamente a Roma, a Belgrado e a Trieste. Qui, il 6 novembre, nel corso di una accesa manifestazione per l'annessione di Trieste all'Italia, la polizia locale, dipendente dal governo· militare alleato presieduto dal generale britannico Winterton, aprì il fuoco sulla folla raccolta davanti alla chiesa di Sant'Antonio Nuovo. Ci furono sei morti e sessanta feriti. In tutta l'Italia divampa l'ostilità contro America e Inghilterra. Gli alleati non sanno che fare. Rifiutano co1nunque a Pella il permesso di andare a Trieste per partecipare ai funerali •delle vittime 11 • Tra Italia e Jugoslavia non c'è la minima possibilità di intesa. Pella, prigioniero ormai della sua stessa politica, è incitato dall'opinione pubblica a dare una prova di determinazione: mobilita due divisioni e le manda alla frontiera presso Gorizia. È un gesto sconsiderato. Il Governo jugoslavo fa altrettanto. La situazione è disperata. Occorre una battuta d'arresto. Gli alleati ricorrono a uno stratagemma. Pur sapendo che nessuno dei due contendenti l'accoglierà, propongono una conferenza « chiarificatrice » tra il Governo italiano e quello jugoslavo. La proposta viene respinta, in quanto Pella esige cl1e la dichiarazione tripartita del '48 (restituzione di Trieste all'Italia) costituisca la base minima del negoziato. Come pretesto distensivo, la proposta della conferenza sortisce tuttavia il suo effetto. La tensione fra i due Governi si allenta, il peggio è ·scongiurato. Le truppe (italjane e jugoslave) vengono ritirate dalla frontiera. L'anno termina in una atmosfera più calma. Il problema di Trieste resta però aperto. Verrà risolto nei primi mesi del 1954 con la spartizione del Territorio libero, cioè secondo l'impegno assunto dagli Alleati verso l'Italia. La zona A e T'rieste vengono definitivamente all'Italia. La zona B va alla Jugoslavia. La vicenda di Trieste ha pesanti ripercussioni sull'equilibrio del Go11 Non potendo partecipare, a Trieste, ai funerali delle vittime e non potendo portare di persona la solidarietà dell'Italia ai numerosi feriti, Pella si rivolge alla Nazione, la sera dell'8 nove1nbre, con un messaggio radiofonico. « C'è una doppia specie di responsabilità - afferma il presidente del Consiglio nella parte finale del suo messaggio -: una è quella delle autorità locali preposte a un ordine pubblico che è poi divenuto un tragico disordine, e su questa si deve inquisire e questa si deve colpire. Ma un'altra responsabilità ricade evidentemente su chi ha lasciato che la Dichiarazione dell'8 ottobre riinanesse impantanata tra le pastoie della diplomazia. Ecco quindi la doppia direttiva che muove l'azione diplomatica italiana: ottenere riparazione per l'offesa fatta all'Italia con le sconsiderate, sproporzionate, ingiustificate reazioni della polizia nei giorni dello spargimento di sangue, e ottenere giustizia nel problema generale del Territorio Libero di Trieste ». 100 Bibltotecaginobi~nco

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