Nord e Sud - anno XVIII - n. 144 - dicembre 1971

Ennio Ceccarini fantasma capitalista, c'è il « sì » all'integrazione comunitaria, c'è la convinzione che l'esistenza della CEE non è:di per sé contraddittoria con la campagna per la sicurezza europea, c'è perfino un certo antiamericanismo più di maniera che di sostanza (malgrado le esagitazioni verbali del vecchio Pajetta). Plaudire a questi « progressi » può far sorridere democratici ed europeisti che hanno certe regole nel loro bagaglio ideologico e politico da venti anni. Sentire il PCI che annuncia la scoperta dell'Europa fa ugualmente sorridere. Pure, se si riflette al duro peso negativo che la forza comunista ebbe nella battaglia europea, ai guasti che produsse colludendo oggettivamente con la componente gollista, e se si riflette all'importanza che avrebbe una revisione sostanziale in quella forza ai fini della battaglia europea da condurre oggi contro l'elemento nazionalista sempre minaccioso e ricorrente, allora si deve pur riconoscere che ogni passo avanti, ogni autocritica del passato anti-europeo fatta dal PCI, ci interessa, desta la nostra attenzione e merita la nostra considerazione. Giustificato si deve ad esempio definire il richiamo - sollevato soprattutto negli interventi di Silvio Leonardi e di ~Tilde Jotti - alla necessità di democratizzare le strutture europee. Si potrebbe anche qui osservare che non è un richiamo nuovo, che appartiene alla migliore e più ·viva tradizione europeistica, ma non si può contestarlo. Positiva va considerata anche la proposta di convogliare la forza delle organizzazioni comuniste per consentire la democratica elezione del Parlamento europeo. Ma il fatto è che questo insieme di autocritiche, di mosse in avanti, di riconoscimenti e di pro .. messe, non si connette in una proposta di lungo raggio e non va a fondo della materia europea. Questa è ammessa come condizione dell'agire, ma non «posseduta» a fondo come familiare conoscenza. La lunga estraneità alla storia delle istituzioni europee porta il PCI a muoversi quasi se11za conoscere le regole del gioco, a mescolare in un curioso sincretismo vecchi elementi e nuove esigenze, promesse di realismo e proposte massimalistico-utopistiche, impegni nuovi e vecchi abiti mentali che la realtà europea, quale ormai tutti (inclusi i comunisti che si decidono a farne conoscenza) dobbiamo accettare, non sopporterebbe minimamente. Curioso ed esemplare, da questo punto di vista, l'atteggiamento che i comunisti hanno preso in materia di unanimità nelle decisioni del Consiglio dei ministri della CEE. La Jotti nel discorso al convegno ha continuato a difendere questa regola e a difenderla incurante della contraddizione in cui si poneva con quanto da lei stessa 8 Bibiiotecaginobianco

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