Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

Regioni e piano zonale merito per i problemi dell'agricoltura, i piani di valorizzazione dovrebbero assorbire definitivamente i p,iani di bonifica esistenti. A proposito degli atti di classificazione o di declassificazione di comprensori e bacini, va ricordato che il loro effetto è principalmente quello di conferire, in linea di principio, alle zo11e ricadenti entro i perimetri riconosciuti il diritto a beneficiare del regime finanziario previsto dalle leggi in materia di opere pubbliche di bonifica. In linea di fatto, di tale diritto esse usufruiscono al momento in cui gli interventi vengono concretamente decisi. Non è stata perciò infrequente la necessità, di fronte agli schemi progettati, di dover provvedere, per la loro funzionale realizzazione, o a modificare i perimetri o, altrimenti, a rinunciare alle opere. Si dà poi il caso che intere regioni, come la Sardegna e la Calabria, siano classificate interamente come comprensorio di bonifica, mentre altre, invece, non lo siano che parzialmente. Accade infine che, con il progressivo e crescente impegno dello Stato a garantire le condizioni esterne perché le attività imprenditoriali possano svolgere il proprio ruolo, lo Stato stesso si sta progressivamente addossando l'intero onere delle infrastrutture in vista di attività non soltanto agricole e quindi all'infuori di ogni preventivo schema classificatorio previsto dalla legislazione di bonifica. Per tutti questi motivi, che investono tra l'altro questioni perequative tra le varie regioni e tra i vari settori, l'istituto della classificazione dovrebbe considerarsi superato e quindi da abolire, previa ammissione di principio di tutto intero il territorio nazionale ai benefici già previsti per i comprensori. Del resto, la necessità dell'abolizione di tale istituto non. mancherà di porsi al mon1ento della definizione dell'as,setto del territorio regionale. Per quanto riguarda l'agricoltura, è dai piani di valorizzazione che dovranno scaturire le nuove linee che circoscrivono le aree da investire con operazioni di bonifica così come quelle da sottoporre a vincolo idro-geologico o ad altri ordini di intervento per lo sviluppo agricolo e per la difesa e la conservazione dell'ambiente. Un altro problema, che lo schema di decreto delegato non solo non risolve, ma complica attraverso il meccanismo delle deleghe, è quello degli interventi del FEOGA - Sezione orientamento -. Riservandosi la competenza dei controlli burocratici sugli. interve::1ti di questo tipo, che comportano una spesa superiore ai 200 milioni di lire, l'a1nministrazione centrale precluderebbe alla Regione e quindi al piano zonale la possibilità di ar~onizzare le proprie scelte in u·n contesto unitario e rafforzerebbe l'erogazione degli ince~tivi comunitari secondo linee superburocratiche, in contrasto con qt1elle che si propone la nuova procedura. 97 Bibiiotecaginobianco

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