Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

.. Gian Giacomo dell'Angelo applicazione •dei procedimenti della legge generale di contabilità, soprattutto per quanto: riguarda il sistema dei controlli preventivi e la disciplina dell'ero,gazione di spesa e dei co·ntratti ... ». Ma l'esclusione dei procedimenti burocratici non può significare la remissio 1 ne della gestione del pubblico denaro alla esclusiva discrezionalità ·degli amministratori. Indirizzi e principi appaiono tanto più necessari quanto, più il piano zonale diverrà il modo per gestire la spesa pubblica perché le decisio,ni, che con1porterà la sua « stipulazione », debbono bensì poter attingere i pro,pri elementi negli ambiti utili a risolvere i ·problemi ma debbono tuttavia mantenersi entro i margini atti a consentire obiettivi riscontri di congruità tra lo speso e jl realizzato. Anche da questo punto di vista, emerge, dunque, la rilevanza dei piani di valorizzazione. Ho accennato, all'inizio, alla facoltà che l'art. 49 del decreto legge del 1970 consente agli enti di sviluppo, di adottare il procedimento di spesa non soggetto al co,ntrollo· preventivo, già adottato dagli enti di riforma. Ciò indubbiamente consente una migliore tempestività di decisioni e no,n v'è quindi che da rallegrarsi del rinnovato consens0 ad applicare norme più snelle. Ma pro,prio il riferimento all'operato degli enti di riforma deve fare tutti consapevoli che la semplice certificazione dell'Ispettorato compartimentale dell'agricoltura 9 , per attestare l'attività svolta -dall'ente di sviluppo e conse11tirgli quindi l'accesso al finanziamento, è ben lontana, in mancanza di un definito schema strategico - quale dovrebbe appunto essere il piano di valorizzazione - dal poter essere espressione di quel contro1lo di efficienza di cui fa menzio11e il Progetto '80; da un controllo, cioè, che quanto più potrà prescindere dai riscontri formali, tanto più avrà bisogno di fare riferimento a indirizzi e obiettivi predeterminati per valutare risorse, tempi e n1odi impiegati per raggiungerli. Il piano di valorizzazione verrebbe, sotto· questo aspetto, a costituire il termine di riscontro del piano zo,nale. In questo si troverebbero espresse le soluzio·ni che, in relazione alle risorse a disposizione entro preoràinate scadenze, l'ente di sviluppo ha configurato in vista della realizzazione degli obiettivi individuati dal piano di valorizzazio,ne. Si può dire, a questo punto, che mentre il piano di valorizzazione serve a puntualizzare obiettivi, il piano zonale serve a puntualizzare soluz~oni e che entrambi, per le funzioni cui adempiono, chiamano in causa distinti momenti di partecipazione. Si tratterà di vedere a quale grado matureranno, da situazione a situazione, questi momenti ed è in questo quadro e non in modo aprioristico, che vanno cercate le soluzioni alle questioni, poc'anzi richiamate: una stessa zona potrebbe cioè essere 9 Cfr. art. 26 della L. 12 maggio 1950, n. 230. 94 Bibiiotecaginobianco ..

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