Gian Giacomo dell'Angelo piano zonale deve costitujre atto iniziale o atto finale della programmazione in agricoltura; se esso deve estendere la s1.1acon1petenza anche al di fuori della materia agricola per contemplare tutti i bisogni di una data zona; se la sua stesura co1npete agli organi della Regione op•pure agli enti funzio,nali dei quali questa si verrà dotando. Se il piano zonale no•n deve essere un semplice cahier des doléances, ma l'atto con il qt1ale si combinano impegni pubblici e impegni privati per realizzare soluzioni co,nformi al raggiungimento di obiettivi dati, è chiaro che obiettivi e risorse a questi necessari debbono trovare definizione in momenti precedenti il piano zonale: quelli nei quali sono chiamati a interloquire le rappresentanze politiche ai vari livelli per definire e il programma economico nazionale e qt1elli regio11ali. In questi documenti troveranno posto le graduatorie di priorità dei problemi che si intendo.no, affro,ntare nel periodo di tempo considerato dai programmi e gli stanziame11ti che necessariamente ne conseguono. Ma perché gli obiettivi dei programmi, inevitabilmente parziali per la insuperabile scarsità delle risorse e la cadenza dei tempi, possano dimostrare la propria plausibilità, occorre, a sua volta, una documentazione di base, in cui i vari pro,blemi dovrebbero trovare compiuta elaborazione e costante aggiornamento in riferimento alle singole aree che a quei problemi sono interessate. Una seconda conseguenza, quindi, della definizione degli schemi procedurali della pro•grammazione do,vrebbe essere quella di dare compiuto significato a quei piani di valorizzazione (di « taglio, » settoriale o territoriale a seco,nda dei casi) che invece ora vengono considerati, come si è visto, daì citato art. 2 decies, co1 me un qualchecosa di intercambiabile con i piani zonali. A tali piani, che la legislazione ha ormai accolto, potrebbe bene attagliarsi, jn riferimento all'agricoltura, il significato, che il DociLmento programmatico prelirainare 3 attribuisce al « quadro di riferimento »; il significato cioè - come è detto nella premessa di quel Documento - di « ipotesi programmatica dello sviluppo del sistema ... ». Per dire meglio, i piani di valorizzazione, che le Regioni sarebbero chiamate a predisporre con riferimento alle diverse realtà della loro agricoltura, costituirebbero com,ponenti specifiche di quel << quadro di riferimento », di cui ha bisogno sia il programmatore centrale che il programmatore regionale. È ai piani di valorizzazione che dovrebbe quindi competere, e non 3 MINISTERO DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE, Docunzento programmatico preliminare (Elementi per l'impostazione del programma economico nazionale 19711975), Roma 1971. 92 Bibiiotecaginobianco
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