Regioni e pian.o zoriale possa dirsi di piano. Quella proposta fatta per l'agricoltura 1nantiene quindi tuttora la sua validità. Ma tanto l'aspetto, concernente l'esigenza di partecipazione e quindi il meccanismo di elaborazione del piano zonale, quanto l'altro, con-- cemente le esigenze di coerenza e di certezza, che il piano avrebbe dovuto soddisfare, sono stati rilevati in forma molto mediata dall'art. 3 9 della Legge del 1966. Il dibattito, che si è svolto intorno a questo articolo, si è attardato perciò più ad individuare chi avrebbe dovuto assumere l'iniziativa del piano - se gli enti di sviluppo o il ministero - che a studiare le condizioni affinché quella « stretta collaborazione » tra sfera pubblica e sfera privata, che costituisce l'essenza del piano zonale, potesse realizzarsi. 2. Il piano zonale nell'art. 39 del secondo piano verde. - Nella carenza di elaborazione concettuale e politica dei modi per giu ngere ad operare secondo il modello proposto, non fa meraviglia se tutti, esperti, politici e burocrati, hanno fatto propria la forn1ula, conf erendole il significato a ciascuno pi11 congeniale o più conveniente. Nel piano zonale gli esperti hanno visto la possibilità di realizzare ra ffinati schemi progettuali, i politici quella di condensare le rivendicaz ioni delle campagne e i burocrati quella di razionalizzare l'offerta dei pub blici • • serv1z1. Non v'è dubbio che il piano zonale sottintende anche queste cose , ma prima di tutto sottintende un co,mportamento, fatto di consultazioni, di accordi, di studi e di contatti iterativi, per definire obie ttivi, proporre priorità, predisporre mezzi, assicurare servizi. Su qt1·esta strada, che potremmo chiamare la strada dei « come », il cammino da percorrere è ancora lungo e, al punto in cui oggi ci si trova, vi è il rischio che, per no11 tradt1rre in resid11i passivi gli stanziamenti autorizzati, il piano zonale venga pensato e realizzato tutt'al più come una sorta di piano di bo11ifi.ca. Mette conto infatti rilevare che gli ambienti ufficiali non si sono mai espressi con un rifiuto del ·piano zonale, ma che il loro lingua ggio, nel quale l'hanno tradotto, con il citato art. 39, risente più dell'espe rienza fatta nel q.uarantennio di gestione della legge di bonifica che di un· effettivo intento innovati, 10. · Come è noto, anche in quella legge è previsto u11 piano: quello, appunto, di bol).ifica. Certe assonanze tra il testo del 1933 e quello del 1966 non sembrano perciò così ~asuali da rendere azzardata l'ip otesi che l'autorizzazione al Ministero dell'agricoltura « di elaborare piani per zone omogenee per tutto il territorio nazionale» rifletta, con mag giore 87 :·Bibliotecaginobianco
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