• ll neutralismo di Croce • E la sua stessa op,posizione al neutralismo socialista trova le proprie radici nel dissenso sulle scelte culturali: rifiuto del principio della lotta di classe e dell'utopia della inevitabile vittoria del proletariato ( « ••. il proletario, il lavoratore fu idealizzato e adornato di tutte quelle virtù che alla borghesia venivano sottrate o violeniemente strappate. E con tale vivacità il proletariato eroico fu descritto ... che si finì col credere che esso esistess'e realmente in qualche parte del nostro 1nondo, co1ne ci sembra che debbano essere esistiti n.ella realtà Otello, don Chisciotte, Achille e· don Abbondio » 15 ), avversione per i teorizzatori •della Giustizia e dell'Eguaglianza, intese come entità assolute ed astratte; polemica serrata contro « la mentalità massonica » della quale, constatava, i socialisti erano diventati i massimi ·depositari. Croce fu dunque, prima ,del maggio 1915, neutralista; di un neutralismo decisamente sui generis, molto diversamente motivato da quello di tutti gli altri esponenti delle forze politiche italiane. Decisamente semplicistica è pertanto l'equiparazione della sua posizione a quella di Giolitti, che ne fece, tra gli altri, Piero Gobetti, scri- \'endo che Croce « fu contro la guerra nel 1915 perché la guerra dissipa i risparmi ed il lavoro accumulato in economia come in cultura» 16 • Se pure, infatti, preoccupazioni di questo genere erano certamente vive in Croce, il cardine del suo neutralismo prima e ,della sua leale adesione alla guerra poi, ebbero, non ci stancheremo mai di ripeterlo, carattere eminentemente filosofico, come bene comprese De Ruggiero, che pure da Croce dissentiva, non apprezzandone, non tanto il neutralismo po1itico, quanto la « neutralità di giudizio » 17 • Difatti, quando l'Italia decise l'intervento, al neutralismo politico subentrò l'adesione alla guerra: ma la neutralità di giudizio rimase. La concezione crociana della storia come ,di un corso di,sumano che ha forza e diritto tali da « trascinare e schiacciare gli individui » 18 impediva, è evidente, l'insistere su posizioni diverse ,da quelle che la storia stessa ha creato ( « viene il momento in cui lo spirito del nzondo sposta le site guarnigioni e sentinelle ... e chi si ostina allora a difendere il posto non più difendibile, pitò ben riuscire poeticamente affascinante, e chiamarsi nella storia Catone e nella letteratura l'onorato cavaliere Don Chisciotte. Ma Dorz Chisciotte è Don Chisciotte, cioè il simbolo dell'eroismo 1s B. CROCE, ·La morte del socialismo, in Cultura e vita morale, cit. 16 P. GoBETTI, Croce oppositore, in Coscienza liberale e classe operaia, Torino, 1951. 11 G. DE RuGGIERO, Scritti politici (1912-1926), Bologna, 1963. 18 B. CROCE, Saggio sullo Hegel, Bari, 1967. 81 Bibliotecaginobianco
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