Giovanni Satta sparse in molti partiti, e comunque particol~rment_e presenti nella DC), nato con i primi equilibri determinati 1dall'àutonomia e quindi espressione di una serie di interessi paleocapitalistici, agricolo-co,mmerciali, riceve così una copertura ideologico-culturale di sinistra, nella sua viceversa fin troppo• evidente azione conservatrice; ed il cerchio, per o-ra, con questa operazione trasfo-rmistica verniciata di socialità e di socialismo, si chiude. 11. Stando così le cose, è chiaro che il cammino di una forza politica di sinistra moderna, il suo sforzo per far entrare la Sardegna nella storia europea sarà lungo e -difficile, perché lung·o, difficile e ingrato è, in queste condizioni, il discorso che essa può proporre. E tuttavia, il progresso del1 la Sardegna esige questo nuovo discorso; chiaro, aperto, non demagogico, aderente alla realtà di oggi. Si è detto della necessità di giungere a una strategia delle sinistre, si è detto anche che questa strategia deve essere elaborata partendo da una autentica volontà di programmare lo sviluppo, ,della società sarda, perché solo attraverso una rigorosa pro 1 grammazione si potrà superare la logica della gestione per la gestione, del potere per il potere, del controllare per conservare. Si è detto anche cl1e, in definitiva, la stessa crisi politica, istituzionale e, in qualche misura, economica che investe la Sardegna, può essere ricondotta alla assenza ,di concezioni politiche in chiave di sv'iluppo globale, all'accettazione supina degli indirizzi spontanei nel settore industriale, cui non fanno riscontro una scelta coerente ed un impegno risoluto nel settore agricolo; alle disperate condizioni degli emigrati e dei disoccupati, in stridente contrasto con quelle di chi è riuscito ad inserirsi in attività moderne e dinamiche; al decrescente rilievo sociale dei ceti agrari, già per lungo tempo protagonisti degli indirizzi politici regionali; all'accresciuta distanza tra le condizioni di vita in città e in campagna; alla co,nfusione che regna nei rapporti tra gli organi rappresentativi e quelli di go,vemo; ·ai tempi eccessivamente lunghi che intercorrono tra l'annuncio e la concreta attuazione di importanti interventi economici. Tutti fenomeni che affievoliscono, agli occhi del cittadino, la credibilità dell'istituto autonomistico. • Ma per uscire da questa situazione, bisogna non lasciarsi travolgere dagli accadimenti quotidiani e ·dalle tentazioni particolaristiche. Bisogna 110n perdere mai di vista il fatto che il sottosviluppo ·della Sar-degna trova la sua prima causa nella perifericità ,dell'isola rispetto ai grandi fenomeni economici ed alle grandi correnti ,di traffico; in sintesi, nella sua insularità che è geografica, certo, ma soprattutto culturale. Bisogna 72 Bibiiotecaginobianco
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