Sarclegn.a: radiografia cli llna crisi di là dei tempi tecnici e dei pretesti di dibattito e di « scelta», la necessità, da parte di talune forze politiche, di prendere tempo per condurre a termine le operazioni necessarie a consentire il controllo politico delle nuove strutture economiche e sociali. Assai chiare risultano le manovre che vanno delineandosi in questo quadro soprattutto all'interno del partito di maggioranza relativa. A chiunqt1e abbia un minimo di conoscenza delle realtà politiche sarde, degli stn1menti e dei metodi di controllo politico sulle realtà economiche e sociali, dei collegamenti tra le diverse correnti nazionali e i grandi gruppi di potere economico che promuovono iniziative in Sardegna, apparirà evidente che il grande movimento di etichette delle diverse correnti democristiane sarde - movimento apparentemente oscuro - si collega direttamente alla crisi aperta dalla progressiva perdita di peso di alcuni ceti sociali nel corso del processo di sviluppo - in particolare di quelli agricoli, per lungo te1npo determinanti nell'equilibrio ·politicosociale dell'isola - e dalla conseguente alterazione della scala gerarchica dei centri di potere; una crisi, in definitiva, di ricerca di nuovi equilibri e nuovi strumenti di potere. Così correnti di partito, che traggono la loro legittimazione for1nale dallo stretto controllo (attraverso i movimenti cooperativistici, le organizzazioni dei coltivatori diretti, il credito agrario e l'Ente di sviluppo) dei ceti agricoli, divengo110 « sinistre di base » o « fanfaniane », sempre fautrici, naturalmente, di « equilibri piu avanzati ». 8. In questa ottica si comprende percl1é d11rante l'ultima crisi regionale di governo, il partito di maggioranza relativa, presentatosi con ]a tesi degli « equilibri avanzati », sia stato ben lieto di ripiegare sul monocolore. E di fronte a questo stato di cose, la sinistra si è trovata, ancora una volta, divisa, priva di una strategia e di un ruolo ben definito; non ha saputo opporre a questa operazione una propria posizione comt1ne, un proprio disegno alternativo; non ha saputo, in conclusione, respingere esplicitamente un metodo che, dietro la facciata delle formule, delle « svolte », e delle esigenze di « avanzamento », nasconde un reale vuoto programmatico e la volontà di perpetuar_e la situazione esistente. Così, mentre il PSI insisteva nella ricerca di « equilibri più avanzati » ed il PSU proponeva ancora una volta la « diga al comunismo », le estreme - sotto la specie del Partito Sardo d'Azione, ma con la sostanziale egida del PCI, tramite il sistema dell~« assemblea aperta» - hanno favorito la formazione e la sopravvivenza del monocolore di assestamento e rilancio delle forze più conservatrici. 69 · Bibliotecaginobianco
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