Giovanni Satta seguire, se quella ispirata a forme di interve~to burocratico-autoritario (del tipo di quelle degli enti di svilup·po) o quella che prevede forme di mobilitazione delle energie economiche e sociali che potenzialmente esi~to,no nel mondo rurale (del tipo di quelle cooperativistiche); non si può continuare a scegliere tutto (cioè niente) per conservare la possibilità di aver potere su tutto. 6. La sinistra deve rendersi conto che rinunciare a scegliere significa consentire il permanere delle condizioni grazie alle quali le forze politiche moderate mantengono il loro co,ntrollo sulla vita sarda. E che accettare, anzi provocare il confronto sul rivendicazionismo particolaristico, accettare, ed anzi provocare, la politica delle concessio·ni settoriali, categoriali, corpo,rative, insomma il tamponamento episodico di tutte le falle senza ricercare una solt1zione definitiva, significa consentire il consolidarsi di tutte quelle strutture e sovrastrutture di potere attraverso le quali si attua tale controllo. Al contrario·, è la programmazione che deve dive11ire il campo· naturale di co,nfronto, lo strumento e l'occasione politica per piegare nei fatti, e non so,lo nelle formule, la gestione della cosa pubblica verso una reale prospettiva di sinistra. Perché uno svilu·ppo programmato non si può attuare se non mo,dificando in tutto o in parte i rapporti di potere prevalenti in una determinata realtà sociale. Ma finché le forze politiche che governano sono co,ndizionate da equilibri di potere, risulterà oggettivamente rallentato il ritmo di trasformazio11e dell'economia e della società. Difatti le modificazioni strutturali profonde che si verificano nel corso del processo di svilup·po, pongono le forze che governano nella necessità di rinvenire gli strumenti e i modi per controllarle e mantenere così l'egemonia della propria gestione. Così all'interno di queste forze si mette in moto un complesso meccanismo di spostamenti ed aggiustamenti, per effettuare i quali è richiesto un certo tempo, tempo che non puo ovviamente essere superiore a quello nel quale si trasformano• le strutture economiche e sociali, pena una definitiva perdita ,di potere dei gruppi dominanti e la loro po,ssibile emarginazione. Conseguentemente, è interesse vitale -di questi gruppi regolare i tempi dello sviluppo in relazione alla predisposizione degli strumenti di controllo delle nuove realtà. 7. La realtà sarda è un chiaro specchio di questa situazione. Da un ìato, infatti, si assiste da più di due anni ad un deciso rallentamento del ritmo di realizzazione di nuove iniziative economiche e particolarmente di quelle industriali; rallentamento nel quale è possibile vedere, al 68 Bibiiotecaginobianco
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