I Editoriale come proble1na di 1nalgoverno politico ed a,nministrativo dell'ente radiotelevisivo. Le falle provocate nel bilan.cio di questo erite da deplorevoli criteri di gestione sono sempre più nu.rrrerose e più gravi; e l'ente cerca di turarle anche e soprattutto aun1entando i propri introiti pubblicitari, sottratti ai giornali. Gli introiti pubblicitari della Rai si dovrebbero, riditrre per consentire ai giornali di poter contare su maggiori introiti pubblicitari; mçi, se la Rai cercherà di accaparrarsi maggiori introiti, di quanto potranno ancora diminuire qttelli dei giornali? E se è vero che c'è una flessione degli introiti pubblicitari dei giornali, fino a che punto la crisi economica potrebbe renderla più drastica? Di quanto la Rai dovrebbe alleggerire la sua pressione perché ne risulti la possibilità per i giornali di superare le consegitenze che potrebbero derivare - in tern1ini di ulteriore riduzione delle loro entrate per la pitbblicità - dalla crisi economica? Sono interrogativi ai quali si deve dare itna risposta, prima che sia troppo tardi. E non è una risposta qitella di Donat Cattin, che ha incontrato l'ostilità di editori, giornalisti ed inserzionisti: itn'ostilità cl1e ha coinvolto indirettamen.te lo stesso Presidente del Co11siglio per non avere sn1entito il Ministro. Non è 11,narisposta quella di chi ha proposto un ri1nedio certamente peggiore del n1ale perché, qualora si volesse ricorrere a qtlesto rimedio, i giornali malati non guarirebbero e quelli sani si an1malerebbero, di n1odo che, co111e/1,ascritto Alberto Ronchey, « per soccorrere tre testate stl dieci, si metterebbero in crisi dieci testate su dieci». Non è una risposta qitella cl1e, presa in co11siderazione, provocherebbe l'inaridimento della fonte pubblicitaria, onde, come ha scritto Piero Ottone, i giornali dovrebbero per sopravvivere ricorrere all'aiitto dello Stato e quindi rintlnciare alla loro fitnzione di controllo e di critica ed ass'ervirsi assai più pericolosan1ente di qua.11to non rischino di essere asserviti dal potere econon1ico. È uria risposta, invece, quella di Adolfo Battaglia, almeno limitatamente a qitello che abbia1no detto essere il nodo cui risale la causa prima della « concentrazione delle testate »: affrontare risolutamente il problema della disastrosa gestione della Rai-TV. Perché non c'è dz,tbbio: « o si riesce ad in.tervenire srulla gestion~ della Rai, oppure anche l'atttlale equilibrio, che già danneggia la stampa, salterà; e sarà la stampa a pagare per la gestione della Rai ». Per il resto (esenzioni fiscali alle aziende giornalistiche; franchigia postale, telefonica, telegrafica; rimborso delle spese di distribuzione; fornitura gratuita di quantitativi- determinati di carta) la discussione è aperta e giova portarla· avanti, ver~o decision.i a breve termine. Ma il resto non avrebbe senso, se la Rai dovesse continuare, sotto lo stimolo 5 Bibiiotecaginobianco
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